Annapaola Rizzoli (Mach): “Dopo Vaia zecche in aumento e si possono trovare pure in inverno”
In Trentino si sono verificati tre decessi per le zecche negli ultimi tre anni. L’ultima vittima è Riccardo Scalmazzi, 57 anni. La ricercatrice: “Quante probabilità ci sono che una zecca uccida un essere umano? Bassissime, ma può succedere. Le zecche sono dei veri e propri "vasi di Pandora" e possono contenere oltre 120 tipi diversi di microorganismi”
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SAN MICHELE ALL’ADIGE. Morire a causa di una zecca è un evento raro (come successo a Riccardo Scalmazzi), ma non impossibile. E la probabilità, in questo momento storico, si è alzata anche per via dell'aumento del numero di zecche stesse. A fare una panoramica di questo piccolo ma problematico animale è stata la dottoressa veterinaria (nonché ricercatrice alla Fondazione Edmund Mach) Annapaola Rizzoli.
Dottoressa Rizzoli, partiamo da una domanda semplice e che probabilmente in pochi si fanno, ma importante: cos'è una zecca?
Si tratta di un artropode, parente lontano dei ragni. Un animale che per poter completare il proprio ciclo di sviluppo, "strutturato" su tre anni, deve effettuare diversi pasti di sangue. Inizialmente, la femmina depone circa duemila uova da cui escono larve che sono delle "zecche in miniatura" con sei zampe. Queste ultime si attaccano ad animali di piccole dimensioni, come lucertole e topi, da cui acquisiscono il primo pasto ma anche i primi agenti patogeni. Ed è in questa fase di crescita che diventano pericolose per l'essere umano.
E terminata la prima fase di crescita, cosa succede?
La larva diventa ninfa e in quel momento è molto pericolosa. Nella fase pre-adulta infatti la zecca è più attiva e si trova nella vegetazione, con una platea più ampia di potenziali soggetti ai quali può attaccarsi per nutrirsi.
Ora che abbiamo chiaro cos'è la zecca, Le chiedo: in quali ambienti vive? Ma soprattutto, ce ne sono alcuni dove si può stare più tranquilli?
Generalmente vivono in tutte le zone dove ci sono animali selvatici, ma anche boschi, muschio, cespugli e soprattutto laghi e corsi d'acqua, dove c'è un alto grado di umidità. In queste zone la zecca completa più velocemente il proprio ciclo di sviluppo. Di contro, ora che il loro numero è in aumento c'è il rischio di trovarle in molte più zone. In Trentino ormai le abbiamo praticamente ovunque: lungo i sentieri, nei parchi pubblici o dove ci sono i boschi di faggio.
Quindi ci conferma che, come si è sentito dire spesso, il numero delle zecche sta crescendo anche in Trentino?
Sì è così. Stiamo monitorando il trend a livello europeo e stiamo osservando una crescita praticamente ovunque. Nel caso del Trentino, ha avuto un impatto rilevante anche la tempesta Vaia, che ha creato nuovi luoghi di proliferazione. In generale da alcune rilevazioni che abbiamo fatto è emerso come se ne possano trovare anche duecento in appena un centinaio di metri nelle zone più favorevoli.
Anche i cambiamenti climatici stanno impattando sull'aumento del numero?
Certamente, ma questi ultimi influenzano anche il periodo di attività. Se una volta infatti le zecche si nutrivano principalmente tra aprile e settembre, oggi possono arrivare fino all'inverno. E in una quota più elevata in montagna a causa dell'aumento medio delle temperature, dove prima con un terreno sotto i dieci gradi non sopravvivevano.
Parliamo della pericolosità: quante probabilità ci sono che una zecca uccida un essere umano?
Bassissime, ma può succedere. Le zecche sono dei veri e propri "vasi di Pandora" e possono contenere oltre 120 tipi diversi di microorganismi. Alcuni non sono patogenici, ma altri portano a malattie anche molto gravi. Sicuramente l'infezione virale è quella più pericolosa e la malattia di Lyme, la borrelia, viene trasmessa da circa il 20% delle zecche. Le nostre zecche sono meno pericolose di altre, come quelle della Siberia, ma i rischi sono comunque concreti.
Come proteggersi allora?
Utilizzando repellenti, indumenti lunghi, ma soprattutto controllarsi dopo essere andati a funghi o nel bosco. E vanno monitorati anche gli animali, a cui si possono fare trattamenti anti-parassitari, dato che possono ammalarsi come gli esseri umani.