Caso Adige Bitumi, salvo il sindaco Hauser, a giudizio l'ex dirigente provinciale Anderle
A cinque anni dal blitz del Noe, udienza preliminare per vari reati: il sindaco di Mezzocorona è stato «salvato» dalla riforma Nordio
MEZZOCORONA. Nuovi sviluppi ieri in aula di tribunale davanti al giudice dell'udienza preliminare sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Gruppo Adige Bitumi per la "montagna" di limo accumulata nell'area produttiva dell'azienda in località Casetta 2 a Mezzocorona. Salvi il sindaco della cittadina della Rotaliana, Mattia Hauser, accusato di abuso d'ufficio (reato abrogato con la riforma Nordio) e la responsabile dei servizi tecnici comunali di Mezzocorona Dora Pasquale per «non aver commesso il fatto». Su di lei, nello specifico, pendeva l'accusa - formulata dai due pm titolari dell'inchiesta Davide Ognibene e Alessandra Liverani - di condotte omissive nonostante fosse a conoscenza della discarica abusiva.
Accanto ai due proscioglimenti però, c'è stato anche un rinvio a giudizio, quello dell'ex dirigente del Servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali della Provincia (Sava) Giancarlo Anderle per traffico illecito di rifiuti (anche in questo caso, non più per abuso d'ufficio). Il perito minerario e progettista dell'azienda nonché incaricato per conto dell'amministrazione comunale dei controlli sulle aree cava, Mario Bertolini invece ha patteggiato 5 mesi e 18 giorni.
Questa la decisione del gup Marco Tamburrino dopo oltre un'ora di discussione in aula ed essersi poi ritirato in camera di consiglio. Sull'abrogazione del reato d'abuso d'ufficio (articolo 323 del codice penale) che ha alleggerito le posizioni di alcuni, la procura aveva sollevato delle eccezioni sulla legittimità costituzionale della legge introdotta dal ministro della Giustizia. L'istanza presentata dai pm è stata però rigettata dal gup, e per questo non è approdata alla Corte Costituzionale.
La difesa di Anderle, rappresentata dall'avvocato Fabio Valcanover, a seguito dell'emissione del decreto che dispone il giudizio, torna a negare qualsiasi addebito nei confronti dell'allora dirigente di Sava. Dal canto suo dunque, «nessuna condotta omissiva» e «nessun illecito». Inoltre Anderle (attualmente alla guida dell'Unità di missione semplice per le opere stradali minori e commissario straordinario per la variante ss47 Pergine-Novaledo) non avrebbe avuto alcun «compito di verifica sullo stato dei luoghi». Al contrario, sarebbe risultato che la situazione fosse stata già verificata da altri. Nonostante ciò, il dirigente ora dovrà difendere la sua posizione in sede dibattimentale.
Appare sollevato invece il primo cittadino di Mezzocorona, in corsa alle prossime comunali, rappresentato dall'avvocato Gianpiero Luongo. «Sono stati cinque lunghi anni, scanditi da tanti rinvii delle udienze - dichiara Hauser - Volevo soltanto fosse fatta chiarezza. Nonostante i tempi lunghi sono sempre stato fiducioso nella giustizia, non ho mai avuto dubbi che la cosa si sarebbe conclusa positivamente».
Il caso era emerso a marzo del 2019 con il blitz dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico presso l'area produttiva dell'azienda dove era stata individuata una discarica gigante, messa poi sotto sequestro. Per questo erano stati imputati 8 soggetti, di cui 7 persone fisiche e una persona giuridica, accusati a vario titolo.