Referendum cruciale per i Comuni trentini
Fusione di comuni, l'intervento dell'assessore provinciale Carlo Daldoss sull'Adige: «Domenica 13 aprile 2014, può essere un giorno che segna uno spartiacque nel nostro Trentino. Il referendum per la fusione di cinque comuni in Val di Non, due nelle Giudicarie Esteriori, tre nella Valle del Chiese è un banco di prova importante per «testare» la sensibilità dei cittadini rispetto alla situazione istituzionale della nostra Provincia autonoma» (nella foto Daone)
Domenica 13 aprile 2014, può essere un giorno che segna uno spartiacque nel nostro Trentino. Il referendum per la fusione di cinque comuni in Val di Non (Vervò, Romallo, Tres, Coredo e Taio), due nelle Giudicarie Esteriori (San Lorenzo in Banale e Dorsino), tre nella Valle del Chiese (Bersone, Daone e Praso) è un banco di prova importante per «testare» la sensibilità dei cittadini rispetto alla situazione istituzionale della nostra Provincia autonoma.
Stiamo vivendo momenti di grande cambiamento, che obbligano tutti a uno sforzo supplementare per diventare protagonisti del futuro proprio e di quello delle prossime generazioni. Oggi dobbiamo essere coscienti che un sistema istituzionale basato su 217 Comuni non può reggere a lungo per alcuni rilevanti motivi: le risorse finanziarie pubbliche sono in netto calo; i servizi che i Comuni erogano ai propri censiti necessitano sempre più di specializzazione ed efficienza e queste possono essere garantite solo da economie di scala su base numerica adeguata.
Il «peso politico» di un Comune dipenderà anche dal numero di cittadini che esso rappresenta. Spero di non scandalizzare nessuno se dico che anche i numeri nell'amministrazione e nella politica «contano». I comuni che non potranno avere vantaggio da economie di scala, che le fusioni producono, dovranno necessariamente aumentare il prelievo tributario dai propri cittadini se vorranno mantenere un livello dei servizi come quello attuale.
Non si vuole certo essere pessimisti, ma portatori di un serio realismo sì. Un tempo, quello delle risorse crescenti, è finito. Oggi dobbiamo fare meglio con meno, con più sobrietà e più attenzione a investimenti che portino vero vantaggio competitivo ai nostri Comuni. Ma questo da solo non basta, dobbiamo avere anche la forza, il coraggio e la lungimiranza di immaginare un Trentino diverso, su basi nuove e rinnovato ottimismo di essere una terra «speciale» che ha un proprio progetto sociale e di sviluppo proiettato su una visione di società in cui il settore pubblico è meno invasivo, una società più solidale, più attenta a riconoscere e premiare l'impegno e severa nel riconoscere le posizioni di rendita, sia personali che di categoria.
In questa visione di un Trentino moderno le fusioni e accorpamento dei Comuni devono obbligatoriamente tutelare l'identità, la storia, la diversità in taluni casi, dei Municipi originari, vera ricchezza valoriale della nostra terra. I Vigili del Fuoco, le associazioni culturali, le sagre paesane, il diritto di caccia, gli usi civici, sono e devono restare patrimonio di ogni singolo Municipio e frazione per rafforzarne il senso di appartenenza a una Comunità più ampia.
Il nuovo Comune sarà invece quel soggetto giuridico-amministrativo che accomuna tutti, per corrispondere al meglio ai bisogni e ai servizi dei cittadini. L'auspicio è che si raggiunga il quorum nei tre referendum e che con questo cominci una nuova stagione riformista per la nostra terra, con nuovo slancio, nuova energia e tanta voglia di fare ognuno il meglio che può fare nel settore dove si impegna.
I cittadini della Predaia, di parte della Valle del Chiese e di parte delle Giudicarie Esteriori sono chiamati a essere avanguardie di un nuovo corso che va oltre i loro singoli terriotori.
Partecipare a questi referendum è rilevante per loro, ma lo è altrettanto per l'intera Comunità Trentina. Il tempo è difficile, la politica è schiacciata dalle tensioni quotidiane ed eccezionali come quella dei privilegi dei politici, che anche da noi stiamo vivendo. Solo i cittadini con la loro azione e partecipazione attiva possono risollevare, dal basso, la fiducia nelle istituzioni e nelle persone che li rappresentano.
Oggi tocca a ognuno di Voi, nessuno può chiamarsi fuori.
Carlo Daldoss