Melinda, ottima produzione ma prezzi in calo
La produzione di Melinda è aumentata, ma la remunerazione per i singoli soci, a dispetto della quantità e della qualità del raccolto 2014, non dovrebbe aumentare granché, anzi per l’anno da poco iniziato è pronosticato l’esatto contrario. C’è ormai certezza - ma la voce nel mondo agricolo circolava già da tempo, data la situazione internazionale - che il liquidato all’agricoltore al chilogrammo, quest’anno, sarà assai inferiore a quello della stagione precedente, quando da parte dei soci produttori era stata espressa notevole soddisfazione per il risultato raggiunto, tenendo conto soprattutto dei problemi di ticchiolatura e conseguente modesta pezzatura delle mele conferite nel 2013.
Le prospettive comunque sono soddisfacenti, viene affermato dal presidente <+nero>Michele Odorizzi<+testo>, dopo l’approvazione del bilancio preventivo avvenuta a conclusione dei lavori dell’assemblea generale svoltasi ieri sera. Odorizzi tra l’altro sottolinea un particolare: «E’ importante ricordare che oltre il 70% del fatturato del Consorzio Melinda, previsto in oltre 244 milioni di euro, rimane nel territorio provinciale, sotto forma di liquidazione ai soci produttori, retribuzione degli oltre 1.150 dipendenti, acquisti presso fornitori locali ed altro». Insomma, Melinda continua ad essere un pilastro importante per l’intera economia delle valli del Noce, e questo non va dimenticato né sottovalutato.
La quantità di mele conferita nell’autunno scorso è di oltre 421 mila tonnellate: più 24,6% rispetto alla produzione dell’anno precedente, record assoluto per la frutticoltura locale che mai aveva visto una simile quantità di mele. Qualità buona, così come la pezzatura e la colorazione; 43 mila tonnellate (l’11%) è comunque frutta con danni da grandine.
Qualità e quantità sono buone, ma queste doti non sono però supportate da una situazione commerciale favorevole: «Il Mercato internazionale delle mele è caratterizzato sul fronte dell’offerta da un livello record di produzione conseguente alle favorevoli condizioni climatiche verificatesi in tutti i distretti melicoli del Mondo», commenta Michele Odorizzi, mentre positivo è che «sul fronte dei consumi c’è qualche segno di ripresa, dopo un trend di riduzione costante in atto da 10 anni».
Un contesto difficile; Melinda ha comunque collocato sul mercato una buona quantità di mele («la più elevata di sempre»), in linea con le previsioni a questa data (da voci sembra si sia sulle 100 mila tonnellate), anche se i prezzi di cessione «sono ai livelli minimi registrati nel corso degli ultimi anni». La speranza è che il trend positivo di consumo di mele prosegua, e che dopo il consumo di elevate giacenze in campo internazionale, auspica il presidente, «si concretizzino le condizioni per un certo recupero delle quotazioni».
A livello di liquidato agli agricoltori, per quest’anno è previsto ad oltre 140 milioni (sono stati 142 nel precedente esercizio). Un risultato che Michele Odorizzi definisce «tutt’altro che scontato e decisamente ambizioso», aggiungendo che «non è particolarmente soddisfacente in relazione a quantità e qualità del raccolto ed all’aumento dei costi di produzione». Il risultato finale dovrebbe comunque attestarsi «su un livello tale da garantire anche quest’anno la sostenibilità economica della frutticoltura nelle valli del Noce ed il conseguente mantenimento sia degli attuali elevati livelli occupazionali che delle positive ricadute a livello locale in termini di indotto».