Parco dello Stelvio, lo Stato sarà garante dell'unità
Accordo raggiunto, a Roma, fra le Province autonome di Trento e Bolzano, la Regione Lombardia, il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa e il sottosegretario all'ambiente Barbara Degani , accompagnati dai rispettivi staff tecnici, sulla nuova governance del Parco nazionale dello Stelvio.
La proposta che è scaturita dal tavolo di confronto riconosce la competenza in materia delle due Province autonome e della Regione in un'ottica di «rete» che guarda anche oltre i confini del Parco stesso - proiettata ad esempio verso la vicina Engadina svizzera - salvaguardando però la sua dimensione unitaria. Di questa si farà garante lo Stato, attraverso il controllo dell'applicazione delle linee guida e degli atti di indirizzo elaborati ai fini della stesura del Piano del Parco e del relativo Regolamento attuativo. A comunicarlo è la Provincia.
«Una proposta equilibrata e bilanciata - sottolinea con soddisfazione l'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi - che raccoglie e assimila i suggerimenti avanzati dallo stesso Trentino, basata sulla fiducia reciproca e in grado di sbloccare una situazione che obiettivamente, fin dalla fondazione del Parco, era rimasta largamente irrisolta. Siamo contenti di questo risultato e lavoreremo per renderlo al più presto operativo».
L'impasse sull'approvazione della norma che ridisegna la governance del Parco dello Stelvio - con la gestione affidata alle Province autonome e alla Regione Lombardia - dovrebbe quindi essere superata grazie a questo accordo, che andrà perfezionato in un successivo incontro già fissato per l'11 febbraio prossimo. La norma di attuazione sul Parco dello Stelvio, licenziata dalla Commissione dei dodici ma non ancora apprpvata, prevede che le Province disciplinino con legge forme e modi della tutela, in armonia con finalità e principi delle norme statali ed europee. A garantire la configurazione unitaria è un Comitato di coordinamento e di indirizzo, le cui linee guida e atti di indirizzo, finalizzati al Piano di parco, verranno quindi verificati dallo Stato nella loro coerenza, affinché il Piano e il regolamento di attuazione siano unitari. La logica di «rete», come nell'esperienza Dolomiti Unesco, offrirebbe ad altre realtà la possibilità di condividere strategie e modalità attuative.