Fiori al posto del cemento: nove denunciati
Indagati per aver piantato... fiori. Non canapa indiana, ma innocentissime piantine, azione dimostrativa di «giardinaggio militante» contro la cementificazione di uno storico angolo verde di Cles, i «Piazoi dei frati». Ora alcuni attivisti della lista MiraCles - presente alle ultime elezioni comunali di maggio - e alcuni simpatizzanti si ritrovano indagati per violenza privata. L’ipotesi è che la loro azione dimostrativa a colpi di fiori abbia in qualche modo ostacolato i lavori in corso.
I dimostranti erano stati identificati già l’8 aprile, sera dell’azione, dai vigili urbani e dai carabinieri di Cles.
Ora sono tutti difesi dall’avvocato Paolo Chiariello che, in attesa di sviluppi giudiziari, in questa fase si limita a sottolineare come la protesta sia stata «un mero atto simbolico che non ha leso beni giuridici altrui». Procedimenti penali per altre proteste simili, ma certo molto più eclatanti come quelle contro le nuove caserme a Mattarello, si conclusero con un’archiviazione.
Intanto, però, essere convocati dalle forze dell’ordine per aver piantato fiori in campagna elettorale non deve essere stato un momento piacevole per gli attivisti di MiraCles. «In questo giorno di Resurrezione piantiamo fiori in segno di rinascita», era stato uno dei loro slogan.
Gli attivisti l’8 aprile occuparono simbolicamente il cantiere dei «Piazoi», giardinetto dinanzi al convento dei frati, area verde dove il comune stava per realizzare un palco per le feste. «Un giardino difeso dai clesiani nel ‘700, che si opposero al suo utilizzo», spiegarono i contestatori, in testa la candidata sindaca Francesca Ziller, badile in mano. E, appunto in segno di rinascita, piantarono fiori nelle aiuole destinate a scomparire. In una nota i «Miranti» spiegarono di aver liberato il giardino, «ingabbiato senza un cartello che spiegasse ai cittadini la natura dei lavori».
Nessuno però immaginava che l’atto dimostrativo per salvare i Piazoi dei Frati sarebbe finito sui tavoli della procura della Repubblica. Il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e dunque non si sa da chi sia partita la denuncia. L’unica indiscrezione è che ci sarebbero nove persone indagate per violenza privata.
«Oltre a me - spiega Francesca Ziller, di professione architetto - sono indagati sicuramente Tommaso Dalpez e Stefano Demagri, poi alcuni dei nostri sostenitori, esterni alla lsita».
Per Ziller, le conseguenze dell’azione ai «Piazoi» erano già state messe in preventivo: «Si spera sempre che le cose si possano risolvere in altro modo, ma eravamo consapevoli che avrebbero potuto esserci conseguenze di questo genere, e l’abbiamo spiegato anche in Comune. Per altro, la sera dell’azione, l’atmosfera era tutt’altro che tesa».
E tutt’altro che tesa era anche sabato scorso quando, a lavori di allestimento del piazzale fermi, il gruppo si è rimesso all’opera prelevando un po’ di terra da due mucchi appena scaricati per riempire un paio di buche che erano rimaste aperte. «Quello deve tornare un giardino - spiega l’ex candidata sindaca - e noi proseguiamo col nostro lavoro. Ora vedremo cosa vorrà fare la nuova amministrazione comunale, ma speriamo che non sia portato avanti un progetto di cui non abbiamo capito il senso».
La loro «festa» fiorita diventò anche un divertente video.
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