A Sanzeno il «museo» della vita contadina

Attrezzi, utensili e immagini raccolti a partire dagli anni '60 sono stati ora ordinati e catalogati dall'ex sindaco

di Fabrizio Torchio

A raccogliere utensili, attrezzi, immagini, aveva iniziato negli anni Sessanta. L'antica civiltà contadina, quella dei carri trainati dagli animali o dei cereali trebbiati a mano sull'aria, era ormai tramontata. Ma «fermando» quegli oggetti, allora e nei decenni a seguire, pensava, anche le storie di vita dei contadini, delle famiglie, delle comunità della Valle di Non, non sarebbero finite nell'oblio del tempo, a ricordarci anzitutto da dove veniamo. Il tempo gli ha dato ragione e, grazie alla passione, Giuseppe Wegher (già sindaco di Sanzeno) in questi anni ha raccolto, ed ora sistemato e ordinato in una esposizione, un patrimonio fatto di centinaia e centinaia di strumenti di lavoro e di vita di un tempo. La collezione - siamo attorno ai 1.700 oggetti - è collocata in una casa in piazza della Fontana e qui Wegher, quando può, in maniera del tutto volontaria accoglie volentieri i visitatori e li accompagna poi in un interessante «viaggio rurale» anaune attraverso l'Otto e il Novecento.

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«Le motivazioni che mi hanno spinto a raccogliere questi oggetti - ci spiega Wegher - sono soprattutto quelle di documentare le origini e la storia delle attività agricole della mia valle, dai cereali alle mele. Accanto alle centinaia e centinaia di oggetti che ho raccolto ci sono quelli della mia famiglia contadina, e l'intendimento è quello di fare cultura perché sono tutti oggetti che "parlano", dietro ai quali ci sono storie di vita. Sono disponibile a mostrarli - continua Wegher - con alcuni turisti ad esempio sono rimasto a parlarne anche per due ore, ma ci sono anche alcuni oggetti che non sono riuscito a identificare e dei quali, magari, qualcuno potrebbe spiegarmi l'uso...».

È un'esperienza «viva» la visita dell'esposizione di Wegher, «La vita contadina, 1800-2000», anche perché le varie sezioni della sua raccolta sono corredate da testi esplicativi, con immagini storiche che mostrano le varie fasi del lavoro nei campi, ed ogni oggetto ha una sua targhetta. Dalle falci da fieno al carro, l'esposizione «racconta» ad esempio la cura e il taglio dei prati che erano fondamento degli allevamenti a dimensione familiare. «La coltivazione dei cereali in Val di Non - viene spiegato in un pannello - è documentata da ritrovamenti di semi di frumento, segale, orzo, in corrispondenza degli scavi archeologici di Sanzeno (periodo retico-V° secolo a. C.)». Secoli di sostentamento in Valle di Non sono legati alla semina e alla mietitura dei cereali, e a raccontarcelo sono i falcetti, i «ventilabri», poi le trebbiatrici meccaniche. Se la segale e l'orzo non sono più così diffusi, così come il lino o la vite, anche la frutticoltura diventa un «libro aperto» nell'esposizione di Sanzeno se riletta attraverso la varietà delle piante da frutto, la realizzazione dei sistemi di irrigazione, i successi delle mele e pere anauni alle esposizioni internazionali, la nascita dei magazzini e così via. Senza dimenticare il ruolo che la gelsobachicoltura ha avuto anche in Valle di Non nell'Ottocento.

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Una bella realtà, quella di Wegher, che come auspica il suo realizzatore potrebbe essere valorizzata nel già ricco contesto culturale di Sanzeno restando nell'ambito del volontariato. «Io sono disponibile - spiega Wegher - ma da solo non posso assicurare una gestione continua». Gli interessati sono quindi benvenuti.

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