Conversione al biologico e paletti della politica
Quale futuro per l’agricoltura biologica in Val di Non? Il tema è stato trattato nella tavola rotonda che il Partito democratico del Trentino ha organizzato giovedì 28 aprile a casa Marta, moderata dalla consigliera provinciale Donata Borgonovo Re che ci ha tenuto a precisare di non avere alcun legame particolare con il mondo agricolo. Il titolo parlava di biodiversità, tuttavia il tema che ha dominato la serata è stato quello dell’agricoltura biologica.
La scelta di tenere la conferenza nel Comune di Predaia non è stata casuale, infatti lì convivono la vocazione agricola e turistica; inoltre l’amministrazione comunale sta lavorando al Master Plan, piano pluriennale che individua il modello di sviluppo. «Il Master Plan di Predaia - ha spiegato l’assessore Mirco Casari - tratterà di agricoltura e di turismo e guarderà al futuro in modo positivo per il territorio».
Giuseppe Rampanelli, agricoltore di Spormaggiore ha raccontato la propria esperienza di «conversione» al metodo biologico, spiegando come i primi anni siano terribili per la mancanza di esperienza. Tuttavia - secondo lui - la soluzione non è un’agricoltura al 100% biologica, bensì lavorare sui prodotti fitosanitari più impattanti. Un’altra testimonianza è stata portata da Mariano Chini, agricoltore di Vervò, che ha parlato dell’esperienza di un gruppo di contadini che coltivano con il metodo biologico un frutteto di ben 30 ettari. «Su questo tema la politica è latitante, infatti ci sarebbe la possibilità di sviluppare qualcosa di nuovo e positivo in valle ma serve sburocratizzare» ha accusato Chini.
Non sono mancate da parte del pubblico critiche all’operato del Pd. «Il governo provinciale di cui fate parte autorizza bonifiche e ha approvato il nuovo regolamento dei fitosanitari» ha attaccato Virgilio Rossi del gruppo Salute, Ambiente, Economia. «Nell’elaborazione del Pan (piano azione nazionale per l’uso dei fitofarmaci) si stavano facendo dei passi in avanti, poi però la storia ha cambiato corso» ha risposto Borgonovo Re. La consigliera infatti era l’assessore provinciale alla salute prima di essere «licenziata» dalla giunta e sostituita da Zeni.
Non è mancato l’intervento di Caterina Dominici, che ha rimarcato l’importanza di tutelare la salute: «Sono solidale con la consigliera Borgonovo Re - ha spiegato Dominici - perché sono stata tradita dallo stesso personaggio».
Tra il pubblico erano presenti numerosi rappresentanti di associazioni e comitati per la tutela della salute e per lo sviluppo sostenibile, dal pubblico infatti è giunta una decisa critica al Piano di Sviluppo Rurale che - si è detto - penalizza l’agricoltura biologica a scapito di quella integrata. La serata si è quindi chiusa dopo tre ore di interventi e di animato dibattito.