Stelvio: «Nel Comitato 9 rappresentanti di amministrazioni pubbliche su 10»
In Terza Commissione permanente del Consiglio provinciale iniziano le audizioni dei vari portatori d’interesse sul disegno di legge di iniziativa della giunta che recepisce la Norma di attuazione relativa al Parco Nazionale dello Stelvio. Salvatore Ferrari, consigliere della sezione trentina di Italia Nostra, chiede un ridisegno del Comitato provinciale di coordinamento e di indirizzo.
L’augurio di Ferrari è che «prima del passaggio in Consiglio, il disegno di legge sia emendato dalla giunta con la previsione - in seno al Comitato - di un rappresentante della Sat (che nel territorio del Parco gestisce rifugi e sentieri), di uno indicato dalle istituzioni scientifiche e di ricerca (Muse, Università, ecc.), del coordinatore della Rete di Riserve Alto Noce e di un rappresentante dell’associazionismo culturale locale (Centro Studi per la Val di Sole, Ecomusei, ecc..)».
E questo perché «la proposta di legge varata dalla Giunta provinciale di Trento presenta numerose debolezze, in primis la composizione del comitato provinciale di coordinamento e di indirizzo, formato da 9 rappresentanti di amministrazioni pubbliche (Pat, Comuni, Comunità di Valle, Asuc) su 10 componenti. Al consigliere designato dalle Associazioni di protezione ambientale spetterà dunque l’onere più che l’onore di rappresentare il vasto mondo dei portatori di interesse».
Ricordando il lungo cammino percorso dalle associazioni ambientaliste per sollecitare la riforma dell’assetto istituzionale, amministrativo e gestionale del Parco Nazionale dello Stelvio e per rilanciarlo in prospettiva europea (proposta del Parco europeo delle Alpi centrali), Ferrari scrive infatti che «la configurazione unitaria prevista dal Decreto legislativo 13 gennaio 2016, numero 14 ruota attorno a un Comitato di coordinamento e di indirizzo composto per la quasi totalità da esponenti politici e non da esperti in materia naturalistica e ambientale, di fatto terminali di lobbies localistiche. La Regione Lombardia ha già approvato a dicembre una pessima legge, che sarà impugnata dalle nostre associazioni nazionali».