Si può irrigare ma la pioggia è necessaria

di Giorgia Cardini

«Se va a San Romedio a piedi, può attraversare il rio con le pianelle»: pare una battuta, ma è una drammatica constatazione, quella che fa un ex presidente di un consorzio di miglioramento fondiario noneso.
Perché l’acqua, in questa prima parte di anno particolarmente asciutta, manca nei corsi d’acqua, come latita nei laghi naturali e artificiali e nei bacini di accumulo costruiti per fronteggiare proprio le emergenze idriche.
Se non piove quest’anno saranno guai, per la frutticoltura intensiva, praticata nelle valli del Noce come in Valsugana e nella Valle dell’Adige, ma non solo: già ci sono restrizioni per il consumo umano (a Revò, anche a causa degli atomizzatori in funzione) e si teme che la situazione peggiori.
Per questo l’autorizzazione a irrigare rilasciata venerdì scorso dalla giunta provinciale (l’Adige di ieri, ndr), anticipando il normale periodo di avvio dei prelievi, soddisfa gli agricoltori ma non li tranquillizza.

«Non ho mai visto una situazione così critica» commenta il presidente del Cmf di Cles ed ex presidente del Consorzio di secondo grado Val di Tovel, Giancarlo Sofia. «Siamo all’ultima goccia». In valle esistono una dozzina di pompe che pescano dal lago di Santa Giustina: «Ma il bacino ha un livello così basso - prosegue Sofia - che le pompe non riescono a lavorare. Bisogna solo sperare che cambi il tempo e venga a piovere, in modo consistente».
Il Consorzio di Cles deriva l’acqua necessaria dal lago di Tovel e dal torrente Rabbies, con concessioni che partono il 15 aprile: «Non è tanto la situazione attuale a preoccuparci - spiega il presidente -: dal Rabbies arriva abbastanza acqua per dare ai meli il mezzo litro di acqua al giorno che serve adesso, con la fioritura. Il problema però è vedere cosa succederà tra un mese, quando le piante avranno bisogno di 3 litri di acqua al giorno».
Tra dicembre e marzo, in Trentino ha piovuto il 46% in meno che nelle annate normali e Santa Giustina a fine marzo conteneva un quinto di acqua in meno rispetto alla media del periodo. In cima al Roen, un paio di mesi fa, non c’era un centimetro di neve: «Ma per uscire dalla nostra realtà, e darle un dato, oggi come oggi sul bacino del Brenta (l’area della Valsugana,ndr) ci sono un paio di metri di neve cumulati, contro una dozzina di metri normali del periodo».
Alternative alla pioggia, dice Sofia, non ce ne sono: «Non possiamo pensare di pompare tutta la primavera e l’estate dal lago di S. Giustina o da altri bacini quanto serve: solo per azionare le pompe, spendiamo 1000-1500 euro al giorno. Va bene per due-tre settimane l’anno, ma poi diventa un costo insostenibile rispetto a quanto viene pagato il prodotto. Vale la pena, piuttosto, rinunciare ai raccolti». Detto questo, però, considerato che la scarsità di precipitazioni nel periodo invernale e primaverile sta diventando una costante, per il presidente deve diventare permanente l’anticipo al 1° aprile delle concessioni a irrigare.
Ad avere questa possibilità, sempre, sono gli agricoltori degli otto consorzi che fanno capo al Cmf di secondo grado Bassa Val di Sole. «Noi siamo messi abbastanza bene - spiega il presidente Luciano Clementi - perché la nostra concessione ci permette di derivare dal Rabbies dal 1° aprile di ogni anno, ma nei torrenti c’è davvero poca acqua e sarà un problema riuscire a rispettare il deflusso minimo vitale imposto anche ai frutticoltori».
Qualcuno ironizza che, per rispettare i Dmv, bisognerà pompare acqua dai laghi e rimetterla nei rii: e a una deroga sui rilasci lavorano da mesi molti Cmf e consorzi irrigui.
Persino il Rabbies, che pure ha una portata notevole, per Clementi è diventato un torrente «critico»: a contribuire al peggioramento della situazione, secondo il presidente, «sono le concessioni idroelettriche, con lo sfruttamento iniziato nel 2012.
È difficile, davvero, coniugare le esigenze del mondo agricolo con quelle di produzione di energia».
Convertiti quasi tutti gli impianti dal sistema a pioggia a quello a goccia, resta poco altro da fare, considerato che oggi anche i bacini costruiti recentemente per ovviare alle carenze idriche sono vuoti. Le danze della pioggia sono cominciate, mentre gli operatori turistici fanno quelle del sole.

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