Inaugurato a Cles di fronte all'ospedale il nuovo servizio di salute mentale "h24"
È stato inaugurato nei giorni scorsi il nuovo servizio di salute mentale di Cles. La struttura si trova in via Degasperi di fronte all’entrata dell’ospedale ed effettuerà un servizio «h24». All’interno della palazzina ci sarà un «Centro crisi» con 4 posti letti e un Centro diurno, frequentato anche da pazienti esterni per la riabilitazione. Il «Centro crisi» offrirà accoglienza in situazioni di pre-crisi, crisi o post-crisi, in alternativa o in continuità all’ospedalizzazione, favorendo percorsi abilitativi mirati e precoci, al fine di ridurre l’evoluzione verso la cronicità.
Il servizio di psichiatria del distretto nord-ovest con sede a Cles, che copre un bacino d’utenza di circa 100.000 abitanti, registra annualmente tra i 4 e gli 8 ricoveri attraverso trattamento sanitario obbligatorio. Il «Tso» viene autorizzato dal sindaco su richiesta dei sanitari nei casi più gravi. L’obiettivo del nuovo servizio è quello di gestire le «acuzie psichiatriche» ricorrendo il meno possibile al ricovero ospedaliero o in alternativa e quando il ricovero non sia evitabile, di ridurne la durata. I vantaggi del servizio territoriale sono la continuità terapeutica, la valorizzazione della rete familiare e sociale, l’ambiente caldo e familiare di accoglienza, la vicinanza a casa e l’avvio precoce dell’alimentazione.
La notte sarà sempre presente un infermiere professionale, con garanzia di reperibilità di un secondo operatore e del medico, la struttura inoltre potrà accogliere «h24» pazienti anche in caso di urgenza, previo filtro del Csm o del Pronto soccorso dell’ospedale di Cles.
Alla cerimonia erano presenti l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni, il direttore generale Paolo Bordon, il direttore dell’Area salute mentale Renzo De Stefani e il direttore dell’Unità operativa di psichiatria dell’Ambito nord ovest Claudio Agostini.
«Con questo centro – ha esordito Bordon – si arricchisce l’offerta dei servizi rivolti al territorio. Questo modello è nuovo in Trentino ed è un modello da espandere, perché la vicinanza alle famiglie aiuta i pazienti. Nella Provincia di Trento non esiste un modello ma tante esperienze peculiari dei vari territori, l’unico modello assente è quello della struttura privata accreditata».
Il primario Agostini ha ricordato come in Friuli e Toscano siano già presenti esperienze di questo tipo, che vengono considerate positivamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: «Siamo davvero sicuri che l’ospedale sia il miglior posto per riprendersi dopo una crisi emotiva? Non sempre». Il dottor Agostini ha ringraziato il direttore Bordon e la dottoressa Daniela Zanon, coordinatrice dell’ospedale, per il ruolo che hanno avuto nell’avviamento del servizio.
Ha quindi preso la parola il dottor De Stefani, definito dal collega Agostini il «decano» della psichiatria in Trentino: «L’unica cosa che un’organizzazione non può permettersi è quella di non fare nulla, nella vita quando non si fa si perde sempre. Mi auguro che il servizio che la struttura di Cles offrirà sia un laboratorio e un punto di partenza per replicare l’attività altrove. La nuova struttura permetterà di mantenere sul territorio pazienti che altrimenti dovevano recarsi a Borgo e Trento».
Secondo l’assessore provinciale Zeni «il trend delle tematiche relative alla salute mentale è in crescita rispetto al passato. Ci sono alcuni servizi che vanno accentrati per garantire maggiore qualità ma tanti altri vanno mantenuti sul territorio ed è doveroso implementarli».