Coredo, torna la Mascherata
Ritorna la Mascherata, antica tradizione (se ne parlava già nell’Ottocento, ma la prima documentazione fotografica risale al 1926) che ogni cinque anni coinvolge le associazioni e l’intera popolazione del paese.
Sabato 10 febbraio la manifestazione avrà inizio con il pranzo in piazza, durante il quale si potranno mangiare “i gnoci” (gli gnocchi), piatto tradizionale di Coredo nonché origine del soprannome dei suoi abitanti. Dopo il pranzo è prevista la sfilata, durante la quale le tradizionali figure del carnevale “coredano” animeranno il paese danzando, l’allegra carovana si fermerà nei vari rioni del paese, per degustare gli spuntini offerti da privati ed associazioni, tipicamente chiamati “azeti” (traducibile letteralmente in “ricevimenti”). Dopo la sfilata è previsto il ritrovo in piazza dove si terranno i discorsi con le autorità, seguiti da spuntini e musica.
La Mascherata è un evento di portata regionale, ma che ci tiene a valorizzare le associazioni locali. Una manifestazione che ha radici nella storia di Coredo. Nel corso di ogni edizione, i giovani affiancano gli anziani alla sua ideazione: si possono considerare infatti “figlie” della mascherata varie associazioni locali, tra cui il corpo bandistico ed il gruppo folkloristico dei lacchè. Alla manifestazione partecipano proprio tutti, anche i più piccini: è prevista, infatti, anche un’esibizione del gruppo dei Minilacché.
Si tratta quindi di una storia che ha origini antiche, che da qualche centinaio di anni caratterizza il paese di Coredo e, come afferma Ivana Rizzardi, del Comitato organizzatore della mascherata, «è rimasta invariata nel corso delle edizioni». Lo svolgimento della manifestazione è infatti da sempre lo stesso. Tutto ruota attorno a due figure fondamentali: la Kellera (cameriera) e il Bekar (macellaio), ed alle strane vicende che costellano la loro storia d’amore (la gelosia del Bekar, la vanità della Kellera, contesa dagli “achedi”), con la presenza di altre maschere tipiche: “El bufa” (che infastidisce i presenti con una pertica sulla cui estremità è posta una vescica di maiale secca), l’angelo, il diavolo, i cinesi, i cacciatori… Le musiche (la più celebre s’intitola “Le sparzinelle”) vengono eseguite dal gruppo dei suonatori, costituito da una decina di persone.
Cornelio Brentari, presidente del Comitato, ritiene che «quella che si svolgerà mi auguro sarà proprio una bella festa, che riuscirà grazie all’aiuto di tutte le associazioni e di tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione di questo evento». La valenza culturale della Mascherata coredana è testimoniata dal fatto che non ci sia scopo di lucro, e dal coinvolgimento di più generazioni, che da secoli si tramandano tradizioni, canti, balli, musiche, cibi.