Sarnonico via dall'Unione dei Comuni
Avanti a tutta velocità: sono bastati pochi minuti, al consiglio comunale di Sarnonico, per sancire l’addio all’Unione dei Comuni. Una seduta lampo nonostante le polemiche degli ex sindaci dei giorni scorsi, contrari alla «scelta discutibile» della sindaca Abram. Che però ha incassato un voto unanime del consiglio, in una sala praticamente deserta di pubblico: era presente infatti solo il sindaco di Malosco Walter Clauser, che fra pochi giorni (il 21 giugno) proporrà la stessa scelta al suo Comune.
Abram ha ricordato in apertura di seduta i motivi di questa scelta «fortemente voluta ed attesa». Viene così disdetta l’adesione all’unione che era stata sancita nel 2013. E proprio 5 anni dopo, come da Statuto, i singoli Comuni possono revocare l’adesione con un voto assemblea espresso entro il 30 giugno dell’anno precedente: Sarnonico sarà «libero» dal 1 gennaio 2019.
Da Emanuela Abram non è mancata uan frecciata all’ex sindaco che l’aveva criticata: «Invece di andare sulla stampa, poteva venire a trovarmo in Comune, le porte sono sempre aperte, ma io non l’ho mai visto né sentito». E infatti non era presente neanche alla seduta consiliare.
La sindaca ha poi ricordato l’iter della delibera, che deve essere fatta con grande cautela e attenzione ad ogni particolare poiché - ha ricordato - «L’Unione ha il ricorso facile», alludendo alle molte iniziative davanti al Tar che hanno riguardato in passato i Comuni di Fondo, Castelfondo e Malosco il cui referendum del 2016 è stato contestato davanti al Tribunale a causa del nome scelto per il futuro Comune «Alta Valle di Non».
Dalla sindaca, anche il riassunto di 5 anni di difficoltà che hanno portato ora alla «liberazione che attendevamo da tempo»: Abram ha ricordato che i frutti dell’Unione sancita nel 2013 lei e la sua amministrazione non li hanno mai visti: «Abbiamo invece visto tanti “no” alle proposte da noi portate avanti. Per questo il recesso non è una scelta estemporanea, ma una scelta consapevole, garbata, serena e motivata. Lo abbiamo scritto alle famiglie nel giornalino comunale, motivando tutte le nostre convinzioni: il nostro Comune, nell’Unione, si è trovato stretto in una gabbia, ed è ora che riprenda tutte le sue funzionalità ed energie».
«L’Unione Alta Anaunia – afferma – per Sarnonico si è rivelata una gabbia che ha prodotto poco o nulla in senso positivo, anzi ha frantumato il concetto stesso di comunità dell’Alta Valle di Non. La nostra posizione sull’Unione non è mai stata un mistero vista l’impossibilità di cambiare le cose. Per questo la volontà di recedere quando lo statuto ce lo avesse consentito è stata spiegata nell’ultimo notiziario comunale recapitato a tutte le famiglie. Non si tratta dunque di un colpo di testa estivo».
Il 21 giugno toccherà poi a Malosco: altro Comune che ha scelto la strada diversa, e dal gennaio 2020 dovrebbe unirsi a Fondo e Castelfondo per formare il nuovo Comune unico a tre battezzato «Alta valle di Non» ma il cui iter è sempre bloccato proiprio per i veti sul nome. Il Consiglio regionale - che deve dare l’ultimo via libera - non è riuscito a sciogliere il nodo.