Romallo, tutto il paese ai funerali delle tre vittime dell'omicidio-suicidio: officia il vescovo Lauro Tisi
Una folla immensa si è radunata nella chiesa parrocchiale di Romallo per i funerali di Giampietro Pancheri, della moglie Adriana e del figlio David. (FOTO E VIDEO ISIDORO BERTOLINI)
A presiedere la cerimonia è monsignor Lauro Tisi. «David - ha detto l'arcivescovo nell'omelia - si è trovato solo davanti all’abisso del dolore e della disperazione. Questa tragedia, con il suo carico di domande senza risposte, deve ricordarci l’importanza di fermarci davanti al volto di ogni persona che incontriamo e di recuperare l’incontro reale con i fratelli, oggi sempre più accantonato dall’incontro virtuale».
«La sua angoscia e il suo tormento, fattori scatenanti del suo tragico gesto, - ha aggiunto - possono essere accostati in punta di piedi all’angoscia e al tormento di Gesù sulla croce. Solo Dio, quel Dio che ha provato angoscia e dolore come noi, mi da la forza di poter parlare a voi. Perché la sofferenza esige rispetto e ci chiede di mettere una mano sulla nostra bocca. Possiamo solo esprimere compassione e misericordia. E rispondere all’innovazione che David ha affidato al suo biglietto dicendogli: tu, Giampietro, Adriana siete ora nella pace, perché Dio c’è là dove l’uomo non può arrivare, dove il dolore raggiunge vette inaudite».
«Un tragedia che lascia senza fiato e per la quale è bene sospendere le parole e affidarsi solo allo sguardo misericordioso di Dio che conosce la profondità del cuore», ha detto inoltre l’arcivescovo che nella messa funebre era affiancato dal parroco don Mario Fedrizzi. Un segno importante di vicinanza, quello di monsignor Tisi, a una comunità fortemente scossa dalla drammatica vicenda.
Per quanto riguarda le indagini sulla tragedia, la procura di Trento ha aperto un fascicolo per duplice omicidio volontario. Un atto dovuto, per svolgere tutti gli accertamenti. Ma l’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giovanni Benelli è destinata a finire presto in archivio per la morte del reo. Non ci sono infatti dubbi che ad uccidere i due coniugi sia stato il figlio David. Una tragedia innescata da una situazione di grandissima sofferenza, confermata anche dal biglietto trovato su un comodino, in cima alle scale, in cui il figlio della coppia chiede scusa. Frasi scritte inizialmente al computer e completate a mano in cui si sfoga: «C’è troppa sofferenza, chiedo a Dio di aiutarci a morire tutti insieme».
La malattia del padre, con una diagnosi netta arrivata pochi giorni prima del dramma, la fragilità della mamma, devono essere sembrati a David Pancheri un fardello troppo pesante da portare. L’idea del dolore che avrebbero dovuto affrontare i suoi genitori si è fatta insostenibile. Ed è in questo dolore che vanno cercate le ragioni della tragedia, che si è consumata nella notte fra venerdì e sabato. L’uomo ha atteso che gli amati genitori dormissero e poi è entrato nella stanza da letto con in mano la pistola, un Revolver regolarmente denunciato dal padre presso la questura di Milano, ed ha premuto il grilletto. Poi ha raggiunto un’altra stanza ed ha rivolto l’arma contro se stesso.
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