Quel formaggio vale un tesoro: com'è andata l'asta casearia della Val di Sole
Le migliori forme di malga – stagionate fino a 16 anni – contese da chef stellati e ristoranti top: miglior quotazione, con 520 euro, per otto chili e mezzo di magro a latte crudo da malga Strino, cioé oltre 61 euro al chilo
CALDES. Una cosa è fare un buon formaggio di malga. Un’altra è affinarlo e farlo diventare una esperienza unica. E l’asta dei formaggi della Val di Sole, ogni anno, è una saporita sfida all’ultimo rialzo per accaparrarsi i migliori formaggi di malga.
L’edizione 2022 è andata in scena lunedì a Castel Caldes, introdotta dal caloroso benvenuto da parte del sindaco di Caldes Antonio Maini, appassionato fiduciario della Condotta Slow Food Terre del Noce, ed ha visto avvincenti “lotte” a colpi di aumenti per aggiudicarsi i 21 formaggi stagionati tra 1 e 16 anni, prodotti da altrettante malghe da latte delle Valli di Sole e Rabbi e da altre vallate trentine, portati a stagionatura da Adriano Dalpez, esperto affinatore: la speciale figura professionale cioè particolarmente competente a portare il prodotto, dopo la fase di realizzazione, ad una qualità superiore e ad un gusto esclusivo attraverso la maturazione, un’autentica arte che richiede una profonda conoscenza del formaggio, dei suoi sapori peculiari, delle sue caratteristiche organolettiche, dei suoi comportamenti nelle diverse condizioni di temperatura e di umidità.
Le varie forme di formaggio, assolute protagoniste del singolare evento, sono state acquistate da un minimo di 180 euro sino ad un massimo di 520 euro, per un magro a latte crudo, semicotto, di 8 kg e 510 grammi del 2018 (più di 60 euro al chilo), prodotto dalla malga Strino, posta a quota 1937 metri in alta valle di Sole, ai piedi del monte Redival e della catena dell’Albiolo.
Il pascolo della malga, di proprietà dell’Asuc di Castello di Pellizzano, si trova su quella che era la linea del fronte della Grande Guerra del 1915-1918; non a caso la malga si chiama Strino proprio come il noto e possente forte Austro-Ungarico, posto più in basso e sovrastante la strada per il Passo Tonale.
La settima asta dei formaggi stagionati trentini, condotta con maestria dal qualificato ed esperto banditore fiorentino Sergio Pelone a gestire lo speciale processo di compravendita al rialzo, ha visto l’attiva ed entusiasta partecipazione di Raffaele Alajmo, proprietario del ristorante “Le Calandre” di Sarmeola di Rubano (Padova), 3 stelle Michelin dal 2002, nonché del noto chef piemontese Andrea Ribaldone e dello chef stellato trentino Alfio Ghezzi.
Tra i grandi partecipanti anche il noto giornalista Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, il primo congresso italiano di cucina e pasticceria d’autore. La speciale asta, evento conclusivo e fiore all’occhiello del Cheese FestiVal di Sole, festosa kermesse di sapori, tradizioni e cultura, è stata suggellata dalla presenza di due formaggi provenienti dall’Alto Adige e dal Tirolo: come evidenziato dal Presidente dell’APT Val di Sole Luciano Rizzi, “una novità particolarmente piacevole per valorizzare anche in maniera gastronomica le peculiarità dell’Euregio, il progetto comune di collaborazione transfrontaliera delle tre Aree”. Rizzi ha inoltre ringraziato vivamente i Comuni ed Asuc che affittano convintamente le malghe ad allevatori locali, anziché affidarsi a gestori esterni per meri fini economico-speculativi.
L’Asta è organizzata dall’APT Val di Sole in stretta collaborazione con il Castello del Buonconsiglio, Trentino Marketing, la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, il Comune di Caldes e l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo.