Cade un sasso sulla strada e l'auto si danneggia: il guidatore deve pagare la metà delle spese
L’uomo aveva presentato il conto alla Provincia, che però ha respinto l’accusa sostenendo che la responsabilità è dell’automobilista, data la presenza della segnaletica di pericolo. Il giudice ha deciso di «bilanciare tutte le responsabilità in pari misura a favore e contro entrambe le parti»
TRENTO. L’incidente è avvenuto alle 4 di notte: un grosso sasso rotola dalla parete e finisce sull’asfalto, l’automobilista tenta la frenata ma non riesce ad evitare l’impatto. Nessuna conseguenza per l’uomo al volante, ma la vettura, una Audi A3, ha il paraurti anteriore distrutto e viene portata via dal carroattrezzi.
Chi paga quel danno? C’è un rimpallo di responsabilità. L’automobilista presenta il conto, pari a 1.700 euro, alla Provincia quale ente gestore della strada – la statale 42 del Tonale e della Mendola, nel tratto che attraversa la Val di Sole – mentre la Provincia respinge l’accusa sostenendo che la responsabilità è dell’automobilista che, come da Codice della strada, deve adeguare la velocità alla segnaletica del pericolo. Viene chiamato in causa anche il Comune, ente proprietario dell’area a monte della strada, da cui è caduto il sasso. Il contenzioso finisce 50 e 50: all’automobilista spetta metà dell’importo complessivo di 1.600 euro. Come accertato dai carabinieri intervenuti sul posto - era il novembre di due anni fa - a danneggiare l’Audi è stato un sasso a forma di parallelepipedo, grande circa 25 centimetri per 15 per 10.
Nel rapporto, la pattuglia ha pure evidenziato che sulla carreggiata era presente una striatura lasciata dal sasso.
L’automobilista, che vive proprio nella zona e ben conosce le insidie della statale in quel tratto, ha dichiarato di aver visto il sasso rotolare dalla parete che fiancheggia la strada, ma di non essere stato in grado di fermare in tempo il veicolo.
La macchina, secondo gli accertamenti, avrebbe proceduto ai 40 chilometri orari, in un tratto che presenta diversi segnali di pericolo (“caduta massi”, “animali selvatici vaganti”, “strada sdrucciolevole”, “intersezione a T con precedenza”).
Secondo la Provincia l’automobilista deve sempre commisurare la velocità alle condizioni della strada e nel caso specifico l’uomo alla guida non sarebbe stato in grado di arrestare il mezzo pur vedendo il sasso rotolare; inoltre, la carente manutenzione delle reti contenitive sarebbe da attribuire al Comune su cui insiste la parete.
Il giudice Antonio Orpello ha accolto parzialmente il ricorso del conducente dell’Audi A3. «Pare ragionevole bilanciare tutte le responsabilità in pari misura a favore e contro entrambe le parti» si legge nella sentenza. «È dubbio che nel caso di specie vi sia insidia o trabocchetto ossia una ipotesi di pericolo non visibile e non prevedibile perché l’ente resistente ha documentato la presenza di più segnali di pericolo», «segnali tesi proprio a presegnalare i rischi e, dunque, la loro prevedibilità di accadimento che avrebbero dovuto imporre oculatezza, attenzione, prudenza e una velocità commisurata allo stato dei luoghi».
D’altra parte la Provincia di Trento nell’immediatezza «nulla avrebbe potuto fare per evitare l’impatto perché la strada, appena verificata dagli addetti alla sicurezza, era priva di pericoli».
Il giudice Orpello sottolinea che nel caso specifico non c’è stata una “caduta massi”, ma la caduta di un piccolo sasso, forse per la rottura o per la inadeguatezza della rete di protezione. Rete di cui il Comune non avrebbe curato con la dovuta attenzione la manutenzione ma che la Provincia non ha comunque segnalato di riparare. Per il giudice il danno di 1.711, 05 euro va ridotto a 1.600 euro e decurtato al 50% per concorso di colpa. All’automobilista vanno dunque 800 euro. Ma. Vi.