Case in fiamme a Cles, focolai all'interno e rischio crolli. Il sindaco: «In altri tempi, sarebbe bruciato mezzo paese»
Il primo cittadino, Ruggero Mucchi, dà la dimensione dello spaventoso incendio scoppiato nella notte fra sabato e domenica: enorme impegno per i vigili del fuoco. Le palazzine devastate sono due, danni anche a un terzo edificio, quattro famiglie evacuate
IL DRAMMA Lo spaventoso incendio a Cles, si temono crolli: chiusa la via
TRENTO. Non è ancora passato l'allarme incendio a Cles, dopo il rogo spaventoso scoppiato verso l'una e trenta della notte fra sabato e domenica.
I vigili del fuoco volontari della zona hanno dovuto lavorare anche la notte scorsa per intervenire su focolai ancora presenti negli edifici interessati.
Colpita, in particolare una palazzina storica che si affaccia su via Lampi, ma le fiamme si sono estese a due case adiacenti.
I solai di legno, distrutti dal rogo, continuano ad alimentare nuovi focolai che vanno spenti.
La strada di fronte è stata chiusa al transito, anche pedonale, per ragioni di sicurezza: la casa infatti è considerata pericolante.
Per questo motivo, cioè il rischio di crolli, l'opera dei vigili del fuoco è particolarmente delicata e nell'intervento serve la massima attenzione.
«Se fosse successo in altri tempi, sarebbe bruciato mezzo paese», commenta il sindaco di Cles, Ruggero Mucchi.
Sono stati circa novanta i pompieri impegnati ad evitare che il rogo partito dalla mansarda di un edificio in via Lampi, bruciasse ogni cosa e con un effetto domino si propagasse in tutta la zona Spinazzeda.
Il bilancio è comunque pesante. Due gli edifici che sono stati distrutti dalle fiamme (uno abbandonato da tempo di proprietà di Itea) e uno è stato parzialmente interessato.
Quattro le famiglie che sono state evacuate (e sistemate in alloggi temporanei), mentre un residente è stato soccorso per un principio di intossicazione da fumo.
Medicazioni anche per un vigile del fuoco contuso.
Sul posto il lavoro dei pompieri continua anche oggi.