La tragedia di Caldes, mercoledì il funerale: sarà una giornata di lutto cittadino in tutti i 13 paesi della valle
Intanto la famiglia, distrutta dal dolore, chiede giustizia. La procura di Trento ha aperto un fascicolo "modello 45", atti non costituenti notizia di reato, dunque senza indagati
IL FATTO Andrea attaccato durante la discesa da malga Grum
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CALDES. Bandiere a mezz'asta nei tredici comuni della valle. Mercoledì 12 aprile, quando verrà dato l'ultimo saluto ad Andrea Papi, sarà giornata di lutto cittadino non solo a Caldes, dove il giovane viveva con la famiglia, ma in tutta la Val di Sole. Il funerale verrà celebrato alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo.
La sera prima - martedì alle 20 - la comunità si ritroverà per la recita del rosario. Per gestire il flusso di persone verranno adottate misure straordinarie per la viabilità e per garantire la sicurezza. Amici, conoscenti, compagni di studi, compaesani e quanti non conoscevano Andrea ma che desiderano accompagnarlo nell'ultimo viaggio: saranno tantissime le persone che vorranno essere presenti alla celebrazione per stringersi ai genitori, alla sorella ed alla fidanzata.
Il dolore per una morte che per molti era "annunciata", a causa della presenza di decine di orsi nella zona, va oltre il sentimento di una comunità: questa tragedia impone una riflessione sul significato della convivenza fra uomo e animale selvatico, sul rispetto della vita. Andrea Papi è morto per le numerose ferite che gli ha inferto l'orso, come emerso dai primi accertamenti in sede di autopsia e testimoniato dai segni delle zampate e di un morso sul suo corpo straziato. Ci vorranno almeno un paio di mesi per conoscere il risultato dell'autopsia: l'equipe incaricata dalla Procura dell'analisi ha chiesto tempo per completare gli accertamenti.
Solo per l'esame, effettuato venerdì presso l'ospedale Santa Chiara, ci sono volute oltre quattro ore. Attorno al tavolo autoptico la dottoressa Federica Bortolotti, anatomopatologa e ricercatrice del dipartimento di medicina legale dell'Università di Verona, è stata affiancata dal veterinario Alessandro De Guelmi, esperto di grandi carnivori, e dalla dottoressa Heidi Hauffe, responsabile dell'unità di ricerca di genomica della conservazione alla Fondazione Mach. Presenti anche la consulente della famiglia Papi, la medico legale Antonia Tessadri, e il consulente della Provincia, Mattia Barbareschi.
Se vengono indicati 60 giorni per il deposito dei risultati dell'esame autoptico, è questione di ore l'esito della comparazione fra i peli dell'animale selvatico ritrovati sul luogo dell'uccisione del 26enne di Caldes e i dati genetici degli orsi problematici, in particolare di Mj5, l'esemplare che un mese fa ferì Alessandro Cicolini nella vicina val di Rabbi e che da allora è "ricercato" perché problematico. Mj5 è uno dei tre orsi che fino ad ora sono stati classificati come pericolosi e di difficile gestione; alla lista potrebbe però aggiungersene l'aggressore di Papi.
Intanto la famiglia, distrutta dal dolore, chiede giustizia. La procura di Trento ha aperto un fascicolo "modello 45", atti non costituenti notizia di reato, dunque senza indagati.
«Una causa alla Provincia? Il discorso è prematuro. Aspettiamo di capire cosa emerge dalle indagini condotte dalla procura - spiegano l'avvocata Maura Cravotto e il collega Marcello Paiar, che rappresentano mamma Franca, papà Carlo, la sorella Laura e la fidanzata Alessia - Nel momento in cui emergeranno eventuali responsabilità nell'ideazione e nella gestione del progetto Life Ursus, nel momento in cui verrà ravvisata una mancata presa di coscienza che la situazione non è più quella di quando è stato reintrodotto l'orso e che non sono stati fatti correttivi, e ci sia una parallela ipotesi di responsabilità penale, allora sì valuteremo la via giudiziaria. Ma non prima».
Si parla anche di risarcimento. «Riteniamo necessario che sia riconosciuto un indennizzo perché la morte di questo ragazzo è stata atroce. Era evitabile? Aspettiamo di capire cosa dirà la procura. Se era evitabile e si delineano responsabilità, un indennizzo lo pretenderemo. Ma in via bonaria, stragiudiziale, ci aspettiamo una collaborazione delle istituzioni».