Giustizia / Il caso

Minacce, ex carabiniere a processo: aveva seguito un automobilista fin nel garage di casa e poi lo aveva strattonato

Da accertamenti interni era emerso che si era pure vantato dell'episodio per cui ora andrà a processo, ossia di aver tolto la patente ad un automobilista senza averlo fermato: lo aveva detto, specificando il nome del conducente e violando il segreto d'ufficio, ad un motociclista "minacciato" del ritiro del proprio mezzo

TRENTOAndrà a processo l'ex carabiniere 41enne accusato di violazione di domicilio, violenza privata, rivelazione di segreti di ufficio, minaccia aggravata e calunnia (per la falsa notizia di reato riguardo alla guida in stato d'ebbrezza). Si tratta di condotte risalenti a quando ancora vestiva la divisa - nel frattempo si è congedato - a spregio della procedura a cui devono attenersi i militari.

Nei giorni scorsi si è tenuta l'udienza davanti al giudice per l'udienza preliminare Gianmarco Giua. I fatti che hanno portato l'uomo in tribunale sono avvenuti nell'autunno 2022, in val di Sole, dove all'epoca era in servizio con il grado di appuntato. Una sera di fine settembre 2022, nel corso di un controllo alla circolazione, l'imputato, in servizio con un collega che è del tutto estraneo alle accuse, aveva notato un'auto che procedeva con andatura incerta. Il fine era di accertare se l'uomo al volante avesse esagerato con l'alcol, ma la maniera con cui è stato effettuato il controllo ha violato la legge ed il buon senso.

Aveva dunque seguito la macchina, ma senza utilizzare i lampeggianti (li aveva accesi solo nel cortile di casa), ed era poi entrato nel garage del conducente per contestare lo stato di ubriachezza.

«Hai bevuto? Facciamo una perquisizione?» avrebbe detto. Con tono di sfida - questa l'accusa - aveva poi strattonato al braccio l'uomo che era al volante, assumendo un atteggiamento minaccioso anche nei confronti dei genitori di lui e domandando al padre: «Vero che suo figlio usa stupefacenti?».

L'ex carabiniere, come emerge dagli atti, aveva minacciato di ammanettare il conducente e di procedere con il sequestro dell'auto. Alla fine la patente venne ritirata per guida in stato di ebbrezza, con denuncia all'autorità giudiziaria. L'ex carabiniere aveva scritto falsamente nel verbale di aver fermato l'automobilista alla guida del veicolo (anziché, come è stato, di averlo raggiunto all'interno del garage di casa) e che il soggetto aveva manifestato segni inequivocabili di abuso di alcol, dato che appariva barcollante e parlava con linguaggio sconnesso. Ma tali elementi non erano stati notati dall'altro militare di pattuglia. Va detto che il procedimento per guida in stato d'ebbrezza è poi terminato con il non luogo a procedere.

L'automobilista, che si è costituito parte civile nel procedimento, aveva presentato un esposto in merito all'episodio, dando il via alle indagini. L'appuntato, per decisione del comando provinciale dei carabinieri, era stato subito trasferito.

Da accertamenti interni era emerso che si era pure vantato dell'episodio per cui ora andrà a processo, ossia di aver tolto la patente ad un automobilista senza averlo fermato: lo aveva detto, specificando il nome del conducente e violando il segreto d'ufficio, ad un motociclista "minacciato" del ritiro del proprio mezzo.

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