Bastard Sons al cuore del ritmo

Sarà un autunno di clausura per i Bastard Sons of Dioniso. Un autunno che Michele Vicentini, Jacopo Broseghini e Federico Sassudelli trascorreranno, salvo qualche sporadica apparizione live, nella sala prove che ha anche le forme di studio di registrazione nella loro tana di Vigolo Vattaro. L'obiettivo del terzetto è di far uscire il nuovo disco entro la fine dell'inverno. Ne abbiamo parlato con Jacopo Broseghini

di Fabio De Santi

bastard sons of dionisoVIGOLO  VATTARO - Sarà un autunno di clausura per i Bastard Sons of Dioniso. Un autunno che Michele Vicentini, Jacopo Broseghini e Federico Sassudelli trascorreranno, salvo qualche sporadica apparizione live, nella sala prove che ha anche le forme di studio di registrazione nella loro tana di Vigolo Vattaro. L'obiettivo del terzetto è di far uscire il nuovo disco entro la fine dell'inverno. Ne abbiamo parlato con Jacopo Broseghini.
Jacopo, a che punto siete con la produzione del vostro sesto disco?
«Siamo al lavoro da diversi mesi su questo album. Ci sono già cinque, sei brani che hanno preso una forma quasi definitiva. Stiamo curando tutti i dettagli confrontandoci ogni giorno sulle tante idee che ci vengono in fase di registrazione. Non è mai facile sceglie la direzione da prendere, quindi ponderiamo ogni mossa. Ci confrontiamo spesso con Gianluca Vaccaro, il produttore romano con cui abbiamo lavorato anche nel disco precedente e con cui faremo le rifiniture. Quanto abbiamo realizzato fino ad oggi ci soddisfa sia dal punto di vista delle musiche che del testo».
Quale scadenza vi siete dati?
«L'idea è di pubblicare il disco entro la fine dell'inverno, molto probabilmente nel primo spicchio del 2014, però non vogliamo darci scadenze troppo precise per non dover essere in alcun modo frettolosi».
Quale direzione sta prendendo l'album?
«La nostra idea, quando abbiamo iniziato a registrare, era quella di rendere sempre meno complicato il sound. Vogliamo semplificare la nostra musica, renderla più diretta: in un mondo dove ci sono produzioni musicali sempre più sofisticate e in molti casi fredde, abbiamo deciso di fare l'esatto contrario. Vogliamo una produzione vera, diretta, un sound tutto basso, chitarra, batteria da portare poi in giro nei live. La nostra musica deve essere carica, divertente, pur senza tralasciare i dettagli e la cura del suono, per andare al cuore del ritmo e delle dinamiche delle melodie. Vogliamo un suono carico e vibrante».
Come accaduto con il vostro ultimo singolo «Ti sei fatto un'idea di me», state puntando con forza sui videoclip.
«Sì. Ci piace molto l'idea che si possa ascoltare una nostra canzone, scoprirla, anche attraverso l'uso delle immagini. L'effetto visivo è molto emozionante. Fosse per me farei una clip per ogni nostra canzone, anche magari molto amatoriale, e comunque stiamo già focalizzando alcune idee per alcuni video legati al nuovo cd».
Siete sempre aperti alle collaborazioni.
«Ci è sempre piaciuto aprire i nostri orizzonti a livello mentale e in questo processo crediamo che le collaborazioni siano imprescindibili. Questo accade sia nel caso di artisti nazionali come Bugo o locali come Felix Lalù che ci ha aiutati nel video».
L'estate scorsa avete suonato prima dei Green Day.
«L'open act per i Green Day è stato il momento più emozionante dell'estate. Eravamo molto carici ed è stato bellissimo poterci esibire prima della leggendaria punk band americana. Ma in generale è stata un'estate intensa con diverse possibilità di suonare, nonostante il momento di crisi. Molti ci hanno richiamati a suonare e questo, penso, è avvenuto anche grazie al nostro approccio diretto, schietto ed onesto».

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