Ischia: piccole proposte per collegarla al lago
Una passerella in legno sopra il biotopo, piccoli lavori per congiungere la passeggiata da Ischia a Tenna, non opere faraoniche. Per «L'Isola che non c'é».
Questo era il titolo della serata (organizzata dai volontari dell'associazione Noi per per l'Is-cia, la Parrocchia di Santo Stefano, la frazione di Ischia, IschiAmbiente, in collaborazione con l'Archivio storico comunale e l'associazione «Amici della storia): si partiva dal titolo della canzone di Bennato per denunciare la dimenticanza negli anni recenti per il piccolo borgo sopra al lago di Caldonazzo.
Organizzata in forma collettiva, la serata è stata un'occasione non solo di critica per le cose che non vanno, ma di proposte concrete e a costo relativamente basso. A guidare sul palco del teatro i vari interventi c'era Claudio Angeli , il fiduciario. «Nel 2007 venne firmato un accordo dai 5 comuni rivieraschi per la riqualificazione delle sponde del lago di Caldonazzo - ha ricordato Angeli, presente in sala il solo il sindaco di Tenna, Antonio Valentini -, era previsto un investimento di 24 milioni di euro». Carta straccia, oggi che i soldi scarseggiano anche per far andare avanti gli ospedali in Provincia. Ischia, lo ha ricordato uno dei volontari, prende il suo nome, probabilmente da «isola»: così appariva in tempi remoti la montagna, circondata dall'acqua, che accoglie il delizioso borgo, dove tanti sono i nuovi residenti, arrivati proprio per la bellezza del posto e i panorami mozzafiato sul lago.
Ma è meglio restare a Ischia: se si vuole scendere a piedi al lago c'è la statale 47 che fa da barriera. Se si vuol salire verso Tenna ci si deve avventurare sempre sulla strada asfaltata. È stata proiettata una serie di diapositive per mostrare la assurda situazione dei camminamenti verso il lago. L'abbandono in cui sono, la mancanza di un collegamento, pedonale o ciclabile, con San Cristoforo. L'idea, anche questa faraonica e ormai dimenticata, di un tunnel sotto la collina di Tenna che liberi la sponda del lago dalla statale della Valsugana fa ormai parte del capitolo «sogni» fra le opere annunciate in pompa magna dalla Provincia.
I volontari di «Noi per l'Is-cia» hanno anche mostrato com'era Ischia prima della costruzione della statale 47: un piccolo paradiso collegato al lago, con spiaggette facilmente accessibili e spazi per la pesca. Dopo gli anni 60 tutto questo è scomparso. Ischia, come certificato da documentazione risalente al 1899, ritrovata per opera di Giuliana Campestrin , dell'archivio storico di Pergine, avrebbe un diritto di pesca, assieme a Castagnè, su metà del lago di Caldonazzo. Ma oggi da pescare c'è rimasto ben poco. Che fare allora, si domandano i residenti? Piccole opere: un camminamento in legno sul biotopo in modo da raggiungere San Cristoforo senza dover passare sulla statale.
Congiungere con poche centinaia di metri di marciapiede Ischia con la «strada del sol», all'inizio di via Campolongo, nel comune di Tenna. Ne verrebbe fuori un anello intorno al lago di Caldonazzo: i turisti, oltre che i residenti, potrebbero partire da San Cristoforo e arrivare a Caldonazzo passando per Ischia e Tenna, poi verso il Forte e la Chiesa di San Valentino, ritornare in direzione Caldonazzo. Altra semplice proposta: dei numerici civici «artistici» per tutte le case della frazione. Oppure: nascondere i cassonetti della raccolta differenziata e non lasciarli proprio sotto l'insegna del nome della frazione: non è un gran biglietto da visita. Basterebbe poco. Ma chi ha anche pochi soldi per «l'Isola che non c'é»?