Fersina in secca, i forestali scoprono "prese" sospette
I forestali della Stazione di Pergine hanno trovato tre derivazioni sospette da affluenti del Fersina. Tre tubi di 5-6 centimetri di diametro su cui non sono fissate le targhette che normalmente indicano l’esistenza dell’autorizzazione provinciale al prelievo.
La Forestale si è mossa dopo la segnalazione fatta un paio di settimane fa da Bruno Mariotti (l’Adige del 9 luglio) sulla sospetta ed eccessiva mancanza di acqua nel torrente a partire dalla fine di giugno. Il caldo africano che non accenna a diminuire era appena scoppiato e dunque pareva strano che il Fersina fosse già ridotto a una pietraia.
«Abbiamo avviato subito i controlli - spiega il comandante della Stazione Forestale, Udo Casagranda - e finora abbiamo trovato tre tubazioni piuttosto grosse che non pescano direttamente dal Fersina, ma da suoi affluenti anche piuttosto importanti. Sospettiamo che siano abusive, ma non abbiamo ancora concluso gli accertamenti perché stiamo aspettando che l’Ufficio derivazioni faccia le verifiche necessarie. Ai primi di agosto, con i tecnici di quell’ufficio, faremo dunque controlli congiunti».
Cosa accadrà se dovesse emergere che qualcuno «ruba» acqua dai corsi d’acqua? La Forestale potrà chiudere d’autorità le derivazioni abusive?
«No, noi possiamo solo fare la segnalazione in Provincia - risponde Casagranda - e poi spetta a loro intervenire. Comunque, continueremo le ispezioni sul territorio perché non è da escludere che ci siano altre tubazioni da sottoporre a verifica e in autunno-inverno sarà più facile scorgerle».
Circa cinque anni fa, ricorda Casagranda, furono fatti altri controlli ed elevate diverse sanzioni per prelievi irregolati. Da ricordare che lungo il Fersina, tra quota 730 e quota 470 sul livello del mare, sono undici le derivazioni autorizzate per una portata massima concessa di 2.723 litri al secondo e media di 1.284 l/s. E se tre tubi da 6 centimetri non sono sicuramente in grado di prosciugare un alveo, è anche vero che se ce ne fossero altri - come sospettano i forestali - il problema sarebbe più rilevante, danneggiando anche chi pesca l’acqua regolarmente.
«Se ci sono prelievi abusivi - afferma l’assessore all’agricoltura Carlo Pintarelli - sono sicuramente da condannare, ma non è certamente il Consorzio irriguo Agro Perginese a prosciugare il torrente».
Pintarelli lo afferma dopo aver parlato con alcuni responsabili del consorzio (mentre all’Adige il presidente Luigino Laner si era rifiutato giovedì di rilasciare dichiarazioni), perché nei giorni scorsi il sospetto era quello che si fosse pompato troppo per salvare la produzione di mele e piccoli frutti. Un po’ come sta succedendo nel Pinetano, dove il lago delle Piazze perde quota giorno dopo giorno a causa dei prelievi irrigui a favore degli agricoltori cembrani.
«Stiamo attraversando un periodo di siccità e si pone effettivamente il problema su cosa occorra salvaguardare, se i frutteti o i torrenti e i laghi - prosegue Pintarelli -. D’altra parte, se non si preleva l’acqua adesso, non lo si fa certo quando la pioggia cade regolarmente. Detto questo, è evidente che non si possono superare i limiti concessi e le derivazioni devono essere autorizzate. Anche come Comune, d’ora in poi, cercheremo di tenere monitorata la situazione».