Ragioneria tolta al Curie, il consiglio si divide
La protesta contro la razionalizzazione dell’istituto superiore «Marie Curie» di Pergine, e la ventilata soppressione della Ragioneria, ha investito lunedì l’intero consiglio comunale di Pergine, ma la risposta non è stata univoca e compatta: il gruppo del Patt si è infatti astenuto sulla mozione di maggioranza.
Davanti ad una trentina di docenti e di genitori, accompagnati da uno striscione, e ai consiglieri provinciali Walter Kaswalder e Manuela Bottamedi, l’assemblea comunale era chiamata ad esprimersi su una mozione presentata dai gruppi di maggioranza e su un ordine del giorno del gruppo del Pd che, pur partendo da premesse e considerazioni in parte diverse, chiedevano un comune ripensamento sul ridimensionamento del «Marie Curie», e l’avvio di un attento monitoraggio su frequentanti, nuovi iscritti e reale bacino d’utenza dell’istituto.
Dopo un minuto di silenzio, chiesto dal presidente Renato Nisco per esprimere solidarietà alle vittime delle recenti stragi terroristiche di Parigi e la presentazione dell’iniziativa «Posto occupato» contro la violenza sulle donne, i due documenti sono stati presentati da Morgan Betti (Prospettiva Futura) e da Marina Taffara (Pd), mentre il sindaco Roberto Oss Emer illustrava gli incontri avuti con professori e dirigenza, ed il faccia a faccia dello scorso 23 novembre con il governatore Ugo Rossi alla presenza di molti sindaci e assessori dell’Alta Valsugana.
Ampio il dibattito che ne è scaturito, dove però i dati ed i numeri oggettivi, hanno ben presto lasciato spazio a considerazioni politiche, forse poco attinenti allo spirito iniziale dei documenti. Se Marina Taffara ha ricordato come le premesse della delibera provinciale vengano disattese dalle conclusioni e dalla progressiva «liceizzazione» del Marie Curie, che non soddisfa la «filiera formativa» richiesta dal territorio, il capogruppo della Civic@ Alberto Frisanco, invitando a guardare alla storia e alla crescita dell’istituto, si è augurato che il «virus che sta colpendo il sistema sanitario trentino non si estenda ora anche alla scuola».
Forte l’invito degli assessori Franco Demozzi ed Elisa Bortolamedi a tenere in considerazione i reali numeri dell’offerta e della richiesta formativa (Pergine e l’Alta Valsugana con 52 mila abitanti vede ridimensionato il suo unico istituto superiore, a fronte dei 13 di Trento e dei 5 a Rovereto), mentre altri dati e considerazioni venivano dai banchi del Partito autonomista trentino tirolese. Renato Tessadri riproponeva le note già illustrate dai funzionari provinciali (calo delle classi prime e carenza di aule); Stefano Tomaselli e Claudio Angeli avanzano dubbi sulla qualità e sull’attuale sostenibilità dell’offerta formativa dell’istituto Marie Curie.Considerazioni che facevano rumoreggiare il pubblico presente, ma che portavano, dopo oltre due ore di dibattito, al voto di astensione del Patt sulla mozione di maggioranza, considerata un attacco diretto ed ingiustificato alla giunta e al presidente provinciale, e all’approvazione unanime dell’ordine del giorno del Pd.
Schermaglie in aula che continuavano anche con la bocciatura di una mozione del Patt sulla sicurezza per i pedoni su vie ed attraversamenti poco illuminati. Dopo le precisazioni del sindaco Oss Emer e degli assessori Demozzi e Negriolli, non veniva accolto un emendamento chiesto della maggioranza, e la mozione, pur d’attualità (dato un tragico investimento), era respinta.