Ex Villa Rosa, esposto alla Corte dei conti
Un esposto alla procura della Corte dei Conti, accompagnato da 550 firme raccolte in due settimane a Pergine e dintorni. A consegnare la denuncia, ieri mattina, è stato il dottor Paolo Bortolotti, che da oltre un anno si batte contro la situazione di degrado in cui versa l’ex ospedale Villa Rosa, chiuso nel 2013. Una situazione di cui l’opinione pubblica è venuta a conoscenza dopo la prima documentata denuncia pubblicata dall’Adige il 19 novembre 2014.
Dopo aver scritto al presidente della Provincia Ugo Rossi e agli assessori competenti alla Sanità e al Patrimonio, Luca Zeni e Mauro Gilmozzi, sollecitando provvedimenti a tutela della struttura senza ottenere per altro alcuna risposta, Bortolotti ha deciso di percorrere la strada della denuncia.
«Come era ovvio - spiega il medico, che ha lavorato per 30 anni nella storica sede dell’ospedale per motulesi ed è responsabile del Laboratorio Neurofisiologia Clinica nel nuovo Villa Rosa - tutto, pur con belle parole di circostanza, è rimasto allo status quo. Poiché ritengo vergognoso che una struttura adatta al ricovero di persone con disabilità sia stata lasciata distruggere, ho pensato, come ultima possibilità, di chiedere alla Corte dei Conti se vi fosse una responsabilità anche patrimoniale da parte di chi doveva preservarla». Via estrema, ma: «In una società come quella attuale, in cui né il singolo cittadino né la stampa, ottengono una risposta, forse questa è l’unica strada che permetta di indennizzare i cittadini del danno subito e impedire che si verifichino altre situazioni analoghe nel futuro».
Nell’esposto, Bortolotti e i 550 cittadini firmatari riassumono la storia dell’ex ospedale riabilitativo, ricordando che nel giugno 2013, quando avvenne il trasferimento nella nuova struttura, «era perfettamente funzionale e in regola con le normative sanitarie per il ricovero di persone». Ma già dopo alcuni mesi iniziarono i furti di rame dagli impianti d poco rinnovati, mentre la recinzione provvisoria sistemata da allor è facilmente penetrabile, tanto che all’interno dell’ex ospedale sono stati trovati più volte segni di festini, danni alle vetrate e altro, con rischi di incendio notevoli e potenzialmente disastrosi.
«È stato più volte evidenziato il problema del degrado - ricorda quindi l’esposto -, problema ancora più acuto in un periodo di crisi, in cui un ospedale perfettamente funzionante e attrezzato con soldi pubblici (di tutti noi) è stato abbandonato colpevolmente da chi doveva preservarlo (incuria)». La richiesta finale, e ovvia, è quindi quella di verificare se vi sia «una responsabilità anche patrimoniale in merito» alla mancata salvaguardia e valorizzazione della struttura.
Nell’esposto non si indicano gli eventuali responsabili, ma tuttora l’ex Villa Rosa è di proprietà dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari: il trasferimento dell’immobile alla Provincia e a Patrimonio del Trentino spa, infatti, non è ancora avvenuto.