Il Patt: «L'Amnu torni indietro»
Contro la «tessera magnetica» e il pagamento per conferire gli imballaggi leggeri da parte dell’Amnu scende in campo persino la sezione del Patt «Enrico Pruner» con il Gruppo Consiliare di Pergine. Chiaro il messaggio: «A nostro avviso, l’operato di Amnu deve essere ispirato ad un solo principio: il lavoro di differenziare e riciclare che viene richiesto ai cittadini deve essere incentivato e non penalizzato mediante procedure scomode e con l’introduzione di nuovi e maggiori costi».
Con tutta evidenza, afferma il Patt, «il nuovo sistema di raccolta non è affatto orientato al perseguimento di questi principi, perché introduce complicazioni, soprattutto per gli anziani ed gli abitanti delle Frazioni, e impone il pagamento di nuove tasse a tutti i cittadini. La motivazione in base alla quale il nuovo sistema sarebbe stato introdotto, ovverosia per contrastare i furbi ed i disonesti, non regge per più ragioni. Non regge in primo luogo perché con il nuovo sistema verranno penalizzati tutti gli onesti cittadini senza alcuna certezza sull’efficacia del sistema per il contrasto dei "furbetti della spazzatura": le persone incivili continuerebbero infatti a non rispettare le regole, rimanendo coperti dall’anonimato, non essendo possibile identificare chi conferisce un sacco con contenuto non idoneo.
Non regge in secondo luogo, perché prevedere una tariffa più bassa rispetto all’indifferenziato - per smaltire la plastica consente a chi non fa bene la differenziata di continuare a farlo pagando meno di quanto pagherebbe buttando tutto nell’indifferenziato. Viene pertanto spontaneo chiedere: prima di effettuare costosi investimenti sarebbe stato forse il caso di verificare quanti e quali controlli sono stati fatti in questi ultimi anni per contrastare il fenomeno?Quante sanzioni sono state elevate nei confronti dei trasgressori e quale è stata la spesa annuale per l’attività di controllo e repressione? Come viene gestita nelle altre Comunità di Valle?» chiede il Patt.
Secondo gli autonomisti «Forse sarebbe poi stato opportuno investire una piccola frazione dei 600.000 euro nella promozione di una campagna di controlli e di sanzioni, oltre che di sensibilizzazione ed educazione verso gli utenti.
Questa amministrazione (che ha votato a favore dell’introduzione del nuovo sistema di raccolta) non è in grado e non ha evidentemente la capacità né la volontà di ricercare e studiare soluzioni tali da valorizzare l’impegno civico della stragrande maggioranza degli onesti cittadini, che rispettano le regole, ma al contrario, li penalizza. Il metodo ci pare il medesimo adottato con la chiusura al pubblico del lungolago a S. Cristoforo: anziché impegnarsi a ricercare e punire i veri colpevoli si restringe la libertà di tutti».