Cassonetti danneggiati ma non erano vandali
Nei giorni scorsi, hanno fatto la loro comparsa in alcune frazioni perginesi i primi cassonetti stradali per imballaggi leggeri muniti di calotta
Nei giorni scorsi, hanno fatto la loro comparsa in alcune frazioni perginesi (Roncogno, Canale, Susà, Costasavina) i primi cassonetti stradali per imballaggi leggeri muniti di calotta dalla capacità di 30 litri, che serve per il conferimento di questo materiale solo se si è in possesso della chiavetta fornita da Amnu, al costo di 0,15 euro a svuotamento (il conferimento tuttavia è gratuito recandosi nei vari Centri di raccolta materiali).
Una scelta, questa, decisa da tutti i 15 sindaci dei Comuni azionisti di Amnu, azienda pubblica che in Alta Valsugana si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, ma che continua a tenere banco fra le discussioni, in sede consiliare a Pergine e sui social network.
Social network dove vengono segnalati già i primi problemi dopo l’introduzione del nuovo metodo di conferimento: oltre ad alcuni sacchetti abbandonati nei pressi dei cassonetti (un problema questo già presente da tempo, soprattutto in alcune zone del perginese), sembra che per aggirare il problema delle calotte a pagamento in alcuni cassonetti sia già stata forzata la chiusura della copertura, che doveva essere garantita per evitare che vi finissero dentro le cosiddette «impurità», e cioè rifiuti di altro genere, dagli elettrodomestici a rifiuti di cantieri. In realtà, non si è trattato di un atto di vandalismo: «I primi montaggi - spiega infatti il presidente della società Alessandro Dolfi - hanno avuto qualche problema di compatibilità con uno degli automezzi di Amnu, in fase di scarico. Il cassonetto di cui è stata pubblicata la foto sulla pagina Facebook “Sei di Pergine se...” è quello oggetto del problema, già risolto».
La dislocazione dei cassonetti a calotta proseguirà e si concluderà entro dicembre, dice Dolfi, che spiega anche: «Le chiavette distribuite sono 14.000 e il loro numero non ci fa ritenere necessario, per ora, il potenziamento del servizio presso i Crm».
Si sono conclusi questa settimana gli incontri che proprio Amnu ha organizzato presso i vari Comuni per spiegare ai cittadini le motivazioni che hanno portato all’introduzione di questa tariffa, e dove sembrava che la scelta venisse accettata di buon grado. La serata di Pergine (come riportato dall’Adige del 13 novembre) era stata invece disertata, sia dai cittadini che da molti esponenti politici.
Invece a non voler far «cadere le armi» è Mario D’Alterio, attivista perginese del Movimento 5 Stelle, che qualche settimana fa ha presentato una nuova petizione da presentare ad Amnu e al sindaco di Pergine (azionista di maggioranza dell’azienda), chiedendo un passo indietro per ritornare al conferimento degli imballaggi leggeri gratuito ovunque, dato che la scelta di introdurre una tariffa ad hoc è una scelta «incomprensibile e non condivisibile, che va palesemente in contrasto col principio che prevede e sostiene gli interventi incentivanti dei comportamenti virtuosi, che rende il conferimento senz’altro più difficoltoso e senza dubbio più oneroso per i cittadini, già gravati da una pesantissima tassazione, in una preoccupante e lunghissima crisi economica» dato anche che «dalla vendita degli imballaggi leggeri la società ottiene già dei ricavi importanti».