L'Acciaieria di Borgo va verso il concordato
Leali Steel, la società del gruppo Klesch a cui fa capo l’acciaieria di Borgo Valsugana, ha chiesto il concordato preventivo con riserva di presentare la proposta di concordato o un accordo di ristrutturazione dei debiti.
Il Tribunale di Trento ha concesso tempo per depositare il piano fino al 4 maggio 2017, tenendo conto che non pendono procedimenti di fallimento, che l’attività d’impresa prosegue e che verrà presentata istanza per l’affitto del ramo d’azienda, prima passo verso la cessione. Anche se l’accordo con gli algerini di Cevital, che sembrava vicinissimo, slitta.
I sindacati, che oggi vedranno l’azienda, sono allarmati soprattutto per l’incertezza della situazione.
Il Tribunale ha nominato commissario giudiziale Pasquale Mazza e ha chiesto all’azienda di depositare entro quindici giorni il bilancio 2015. L’ultimo bilancio disponibile, infatti, è ancora quello 2014.
In quell’anno Leali Steel registrava un valore della produzione di 121 milioni di euro. I costi erano di poco inferiori ai ricavi, con un risultato operativo di 137 mila euro. I conti erano in rosso di 1,3 milioni a causa dei pesanti oneri finanziari. La situazione non è migliorata con l’acquisto della piena proprietà del complesso nel marzo di quest’anno.
L’acquisto dalla vecchia società in liquidazione è stato concluso al prezzo di 23 milioni, di cui 14,2 pagati con l’accollo del mutuo Bnl e 1,5 con l’accollo dei debiti maturati nei confronti delle società di leasing. Il debito totale di Leali Steel, che era già a 56,4 milioni di cui 14,2 con le banche, saliva così a oltre 72 milioni.
In un tale quadro, con un’attività produttiva ridotta a cui si aggiungono gli stop di settembre imposti dall’Appa e dalla Provincia per lo sforamento dei limiti di emissione dell’inquinante mercurio, il cda di Leali Steel decide il 17 novembre la presentazione della domanda di concordato. La domanda è stata presentata il 29 novembre e il sì del Tribunale è arrivato il 7 dicembre. La procedura blocca eventuali azioni esecutive dei creditori.
I lavoratori, 105 a Borgo Valsugana sui 230 totali considerando anche l’impianto di Odolo (Brescia), sono da ottobre in contratto di solidarietà per un anno. Questa mattina è in programma l’incontro con i sindacati in cui l’azienda dovrebbe spiegare cosa sta succedendo.
Poi i sindacati incontreranno i lavoratori. «Siamo in attesa delle comunicazioni dell’azienda - dice la segretaria della Fiom Cgil Manuela Terragnolo - Chiediamo che mettano le carte in tavola. Tra i lavoratori c’è apprensione, sono logorati da anni di incertezza. Sembrava si stesse aprendo un’opportunità, ma ora è tutto in forse».
L’opportunità era l’offerta avanzata dal gruppo algerino Cevital di Issad Rebrab, che l’anno scorso ha rilevato il complesso siderurgico ex Lucchini a Piombino. La trattativa sembrava in dirittura d’arrivo, invece Rebrab ha operato una brusca frenata, pare per il sommarsi degli impegni finanziari tra Piombino e il Trentino.