Da Termeno a Civezzano, per produrre il Trento Doc
La prestigiosa Ccantina «Elena Walch» di Termeno amplia le capacità produttive, allargando le proprie radici in Trentino e precisamente a Civezzano. Attraverso la società di famiglia «Chateau et Noblesse srl», con amministratore delegato Werner Walch, ha infatti recentemente rilevato le proprietà Dallagiacoma.
Oltre nove ettari di collina, con casa d’abitazione, a ridosso delle frazioni di Torchio (a valle) e Seregnano (a monte), che vanno ad aggiungersi ai circa 55 ettari coltivati tra Termeno, Caldaro e dintorni. A Civezzano, tutto racchiuso fra i 500 e i 600 metri d’altitudine. Così, alla quinta generazione di cantinieri e vignaioli marchiata Walch, fino dai bisnonni di Werner, l’azienda vitivinicola altoatesina che ha sempre e solo prodotto e commercializzato vino, metterà a battezzo il suo primo «bollicine» in Trentino, a Civezzano.
«Fra cinque anni stapperemo il nostro primo Trento Doc, in terra del Trentino dove la vocazione dell’ottimo spumante di montagna è storica» è la previsione dei coniugi Walch che, a dirigere l’azienda, hanno al loro fianco le figlie Julia laureata in storia con master dei vini in Borgogna e Karoline (Economia e commercio a Graz, università vinicola ad Adelaide), che si occupano del settore commerciale.
E la mamma Elena, che di cognome fa Schenk, è un architetto (studi a Milano e Venezia) che dopo qualche anno di professione ha posto la pergamena in un cassetto. «Sono stata rapita dalle bellezze naturali dei nostri luoghi, e con mio marito ho avuto l’opportunità di intraprendere un’attività che mi soddisfa appieno» racconta la signora Elena.
[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1569986","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]
Quindi, nell’azienda «Elena Walch» il vino è soprattutto donna, dalla grazia dell’etichetta sulle bottiglie, al gusto delle confezioni e fino al prestigioso contenuto. E così sarà pure per il nascituro spumante di produzione civezzanese «che abbiamo intenzione di lavorare nei luoghi di produzione, magari con una futura nostra cantina» aggiunge Elena Schenk.
Un’azienda che appare dinamica e bene strutturata, da interpretare quale ulteriore pungolo e fiducia alla ripresa dell’attività agricola in Valsugana. E a Civezzano dove si stanno proponendo nuove colture a contrastare l’incolto, anche grazie al sia pure modesto incentivo pubblico proposto per il primo anno.
La scelta dell’acquisto dei 91.000 metri quadrati a Civezzano, come spiega Werner Walch, «perché, in presenza delle recenti variazioni climatiche, le zone collinari come questa a Seregnano, sono sempre più vocate a concedere vini e spumanti di grandi qualità». Collina che si appoggia sulla strada provinciale Fersina-Avisio, dove una parte di vecchio vigneto esistente sarà sistemato e produrrà Chardonnay «Blanc de blanc». A lavorarci sono stati chiamati due giovani tecnici agricoltori di Civezzano. Appena pronte le autorizzazioni a nuovi impianti, altre parti ospiteranno (nei prossimi mesi di aprile e maggio) viti divise fra Pinot nero e Chardonnay.
Sull’intera proprietà, l’irrigazione sarà con impianto a goccia, servito dall’irriguo del Consorzio di miglioramento fondiario locale. «Ci riteniamo fortunati perché viviamo in un ambiente molto particolare, che intendiamo preservare nella naturalezza dei luoghi e pure attraverso pratiche di coltivazione sempre più sostenibili» aggiunge la signora Elena Schenk. Che parla di filosofia da seguire anche sulla nuova proprietà a Civezzano.
Alla quinta generazione, l’azienda vitivinicola «Elena Walch» di Termeno coltiva circa 55 ettari a vite, dei quali 45 ettari di proprietà, con i restanti in affitto. Maggiori riferimenti le tenute «Castel Ringberg» e «Kastelaz». L'ultimo recente appezzamento acquisito, in territorio altoatesino, si spinge fino ai 900 metri d’altitudine. A questi vigneti vanno ora aggiunti gli oltre 9 ettari a Seregnano di Civezzano.
La produzione annua si attesta attorno alle 550.000 bottiglie che vengono commercializzate per metà in Italia e il restante 50% all’estero, fra Europa, America, Asia (Singapore, Dubai, Mauritius, Malta). Più di 20 gli occupati fissi in azienda, oltre agli «stagionali». Fra le altre proprietà, anche Castel Ringberg (castelletto Asburgico) già museo del vino dove, dopo un ultimo periodo con ristorazione ceduta a terzi, è rientrato nelle disponibilità della famiglia Walch e destinato quale punto di riferimento per le guide di gruppi in visita. Castello che al piano terra ospita il vino posto in maturazione nelle barrique di rovere. Recentemente il tecnico enologo dell’azienda, Gianfranco Faustin è divenuto direttore agricolo di territorio, cedendo il precedente incarico all’enologo Stefano Bolognani.
Dal punto di vista dell’ambiente, la Walch sta sperimentando la conduzione di tipo biologico su 9 ettari di vigneto:«Trattare e lavorare in modo sostenibile, per noi significa irrorare con zolfo e rame, non usare diserbanti, praticare il sovescio e la pacciamatura a filari alterni, uso di letame e niente sostanze chimiche» garantisce Elena Schenk Walch. Dalla prima vendemmia data dalle vecchie viti di Civezzano si potranno avere fino a 9.000 bottiglie.
Fra le produzioni si incontrano bianchi e rossi quali Gewurztraminer, Moscato, Merlot, Pinot, Sauvignon, Riesling, Chardonnay. Lagrein, Kalterersee, Cabernet, Muller Thurgau e altri ancora. I vini Elena Walch saranno presenti alla vetrina internazionale di Vinitaly (dal 9 al 12 aprile) a Verona.