Per sette anni gira in auto senza un documento valido
Fermato a Pergine, andava a zig zag
Andava a zig zag con l'auto nel centro di Pergine. Nel giorno di mercato e dunque di traffico intenso, ha rischiato di causare un incidente. Quando gli agenti della polizia locale hanno fermato l'automobilista, il motivo dell'andatura incerta del mezzo è subito apparso chiaro: il conducente, un operaio quarantenne dell'Alta Valsugana, aveva decisamente esagerato con l'alcol. Ma è stato al momento del controllo della patente che è emerso molto altro, con rilievi sia penali che amministrativi per aver infranto il Codice della strada. Il controllo è scattato poco dopo mezzogiorno.
L'auto che procedeva a zig zag è stata notata in viale degli Alpini e fermata in via Spolverine. Il conducente, in evidente stato d'ebbrezza alcolica, ha consegnato il libretto di circolazione e la patente: se il primo era in ordine - così come l'assicurazione dell'auto era stata regolarmente pagata - qualche anomalia è stata notata sulla seconda. Sul retro del documento, formato card, era stata cancellata la parte che riporta il numero della patente «vecchia», quella originaria, duplicata. Gli agenti prima si sono occupati del controllo con l'alcoltest, che è risultato positivo (l'automobilista superava di quasi quattro volte il limite per mettersi al volante), poi hanno condotto gli accertamenti sul documento di guida.
Come è emerso dalle ricerche in banca dati, la patente era stata ritirata nel 2010, ben sette anni fa, sempre per guida in stato d'ebbrezza. Nel frattempo, però, l'uomo non si sarebbe mai presentato di fronte alla commissione medica per l'accertamento dei requisiti psicofisici per la guida, così come previsto dalla legge per poter riottenere la patente. Eppure l'automobilista alla polizia locale dell'Alta Valsugana ha consegnato un documento autentico, emesso proprio nel 2010. Come è possibile? Secondo la ricostruzione degli agenti, l'uomo, dopo il ritiro della patente, avrebbe presentato denuncia di smarrimento della stessa. Per una disattenzione o, più probabilmente, per un problema in banca dati (una mancata registrazione e condivisione degli eventi o per un black-out avvenuto al momento della presentazione di denuncia), sarebbe partita da Trento diretta a Roma, agli uffici del ministero dei Trasporti, la richiesta di duplicato della patente, come se questa fosse stata smarrita o rubata, e non ritirata come è avvenuto nella realtà.
Il quarantenne ha dunque circolato per anni con un documento originale, senza essere effettivamente in possesso dei requisiti e dunque del permesso di guida. Oltre alla denuncia penale per aver condotto il veicolo alterato dal troppo alcol - con il sequestro del mezzo ai fini della confisca - l'uomo rischia di finire nei guai anche per guida con patente sospesa e per false dichiarazioni a pubblico ufficiale.
In Valsugana si è registrato negli ultimi giorni un altro caso di «furbetti della patente». Durante un controllo della circolazione a Levico Terme, è stato fermato l'autocarro di un artigiano albanese, da anni residente in Trentino. L'uomo ha presentato alla polizia locale una patente del suo Paese d'origine, recente. Gli agenti anche in questo caso si sono insospetti, chiedendosi come mai l'artigiano avesse fatto l'esame per la guida alla soglia dei 40 anni e in Albania, pur avendo qui lavoro e famiglia. In banca dati hanno trovato la risposta. L'uomo aveva sì un documento di guida italiano, ma questo gli era stato ritirato perché «pizzicato» al volante ubriaco: aveva dunque deciso di tornare in Albania per rifare lì l'esame. La sua patente però non può essere utilizzata in Italia, a seguito del precedente provvedimento. L'uomo dovrà pagare una sanzione di 5mila euro perché si è messo al volante - di fatto - senza documento di guida, mentre l'autocarro è stato sottoposto a fermo.