"Villa Rosa, Fugatti venga a conoscere l'ospedale"
C’è grande attenzione a Pergine sul futuro dell’ospedale riabilitativo Villa Rosa. Alla fine di novembre, il presidente Maurizio Fugatti ha partecipato a un consiglio comunale ad Arco sui posti letto assegnati alle strutture riabilitative della zona (scontente delle scelte effettuate), annunciando che potrebbe essere rivista la delibera numero 1.138, approvata dalla passata giunta provinciale, che ha assegnato all’ospedale Villa Rosa il ruolo di principale centro riabilitativo provinciale, disponendone il potenziamento.
Una decisione che ha costituito la prima attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Provincia e dal Comune di Pergine nel maggio 2017, ma che ha scatenato una polemica politica dai toni altissimi, che ha indotto alcuni esponenti altogardesani ad accusare l’Azienda sanitaria di mantenere «un carrozzone».
La revisione della delibera 1.138 potrebbe dunque rimettere in gioco il ruolo dell’ospedale Villa Rosa in peggio, ma potrebbe farlo anche in meglio, in quanto realtà trentina che opera da molti decenni nella cura delle persone con esiti acuti di gravi lesioni neurologiche e di politraumi complessi, e il potenziamento di posti letto a Villa Rosa permetterebbe di poter accogliere pazienti anche da altre province.
«Pergine - spiega il sindaco Roberto Oss Emer, che preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno - si impegnerà a contribuire incontrando e invitando il presidente Fugatti una riunione della conferenza dei capigruppo o del consiglio comunale per illustrare, con la collaborazione di tecnici del settore, quali sono le attività dell’ospedale perginese e quali le prospettive»: è già in agenda inoltre un incontro tra il sindaco, il presidente Fugatti e l’assessora alla sanità Stefania Segnana per il 13 dicembre prossimo.
«Le risorse riabilitative trentine, pubbliche e private, sono ricche e variegate, e non vi è nessuna intenzione di fare la guerra ad Arco e neanche quella di sollevare antitesi fra sanità pubblica e privata - spiega il sindaco Oss Emer - ma la necessità di partecipare a un confronto chiaro e realistico sulle potenzialità dell’ospedale riabilitativo Villa Rosa, vera risorsa anche per il territorio».
L’ospedale Villa Rosa, la cui storia di presidio dedicato alla cura dei pazienti con neurolesioni inizia negli anni Cinquanta, è costantemente cresciuto in esperienza e competenza, come spiegano i vertici del nosocomio, ed è in grado di affrontare tutte le problematiche sanitarie che rendono complesse le cure dei pazienti neurolesi, seguiti dalla fase acuta alla dimissione e anche dopo. L’ospedale è in rete con la neuroriabilitazione di Rovereto e con tutti i reparti per acuti dell’Azienda Sanitaria provinciale.
Ci sono nodi tecnici da affrontare relativi alle codifiche ministeriali, ma la realtà dell’ospedale è forte e l’amministrazione perginese è impegnate a valorizzare il territorio dell’Alta Valsugana in un’ottica ampia, che coinvolge tutte le realtà produttive del Trentino.
L’ospedale Villa Rosa infatti è anche sede di ricerche in collaborazione con l’Università di Trento, con FBK, con l’Istituto Italiano di Tecnologia per lo sviluppo di tecnologie al servizio delle persone con fragilità e disabilità e per lo studio di tecniche riabilitative nuove da integrare al patrimonio di terapie già esistente.
«Per Pergine, Villa Rosa - ricorda Oss Emer - rappresenta anche un volano dal punto di vista economico. La città ha perso negli ultimi anni numerose aziende manifatturiere che si sono trasferite o hanno chiuso e non può permettersi di perdere anche queste attività che rappresentano, direttamente o indirettamente, l’unico sostegno economico per centinaia di famiglie dell’intera Valsugana. Il governo provinciale negli anni scorsi ha operato scelte strategiche ben precise, indirizzando le sedi universitarie a Trento e Rovereto, privilegiando la bassa Valsugana, l’asta dell’Adige e Rovereto per l’industria, e non ho ancora capito se in accordo o meno con le passate amministrazioni perginesi».