«L'interramento non serve» Elettrodotto, così Terna risponde alla Fondazione Castelpergine
Lo scorso 8 settembre, fra le molte voci che si sollevarono (si era in tempo di campagna elettorale) per chiedere a Terna un ripensamento operativo sulla delocalizzazione della linea ad alta tensione sopra i tetti della parte meridionale della città, spingendo quindi per l'interramento e non per la costruzione di nuovi tralicci sulle colline attorno a Pergine, ci fu anche quella della Fondazione Castelpergine.
Il consiglio di amministrazione, preoccupato, scrisse direttamente a Terna manifestando «forte preoccupazione - si leggeva nel documento - per il danno ambientale, paesaggistico ed economico che la prospettata delocalizzazione della linea elettrica aerea arrecherebbe al Castello di Pergine», in quanto «la costruzione di tralicci e l'impatto della linea su cime e crinali delle colline che costeggiano la piana perginese comprometterebbero irrimediabilmente la bellezza del contesto, al cui valore storico e naturalistico contribuiscono il castello e il suo colle».
Chiedendo quindi per l'interramento ed appellandosi alla Legge 1089/39 per la «Tutela delle cose d'interesse artistico e storico» e ai successivi riferimenti normativi, la Fondazione segnalava che le proprietà ricadono in un Sic (sito di interesse comunitario) della rete Natura 2000 delle Zone Speciali di Conservazione, chiedendo anche il ritiro in autotutela della delibera 63 di giunta comunale del 16 giugno scorso (per il parere favorevole all'esecuzione dei lavori dell'elettrodotto aereo).
La richiesta formulata dalla Fondazione fu simile poi a quella dell'associazione Amici della Storia, del comitato «Interriamo l'elettrodotto» ed anche di molti esponenti del polo civico autonomista.
Nei giorni scorsi è arrivata la risposta di Terna Rete Italia, che fra le altre cose specifica che «il nuovo tracciato della linea a 220 kV Borgo Valsugana - Lavis prevede un allontanamento della stessa dal Castel Pergine», che nel procedimento di valutazione di impatto ambientale è stata appurata «la non incidenza negativa significativa sulle aree Rete Natura 2000 potenzialmente interessate». Per questo, «la richiesta di interramento - si conclude la lettera- non può trovare accoglimento essendo stato il progetto valutato dal punto di vista dell'impatto ambientale, geologico e paesaggistico, nelle opportune sedi competenti». La lettera chiude ricordando che il Comune di Pergine non ha proceduto a ritirare la tanto discussa delibera di giunta dello scorso giugno.