E’ morto Mattia Merzi, da sette anni combatteva con la malattia
L’annuncio da mamma e papà, che hanno lottato con lui fino a lasciare il lavoro per stargli al fianco: aveva finito le Medie, ora è un angelo in Cielo
PERGINE. Mattia Merzi è diventato un angioletto. Il ragazzo di Pergine che per sette anni, da quando era poco più di un neonato, ha combattuto contro una malattia rara si è spento ieri attorno a mezzogiorno.
«Da oggi purtroppo in cielo brillerà una nuova stella. Il nostro piccolo grande guerriero Mattia è andato in cielo dove potrà giocare e saltare con tutti gli altri angioletti, dove ci proteggerà tutti» è il messaggio che mamma Barbara Sartori e papà Dimitri Merzi hanno affidato a Facebook.
Centinaia sono i messaggi di cordoglio e di vicinanza scritti dai tanti amici dello sfortunato ragazzo, dei genitori e del fratello più grande Alessandro, ma anche dalle moltissime persone che sono venute a conoscenza della storia di Mattia e del coraggio di Barbara e Dimitri, che per non far mancare l'assistenza al figlio, 24 ore su 24, hanno lasciato il lavoro.
Nel 2019 due amiche della madre avevano dato il via ad una raccolta fondi, per sostenere la famiglia. C'erano le trasferte per le visite, i macchinari per aiutare Mattia a respirare, le bollette da pagare. Barbara Sartori, che non aveva mai chiesto aiuto, era rimasta colpita dalla solidarietà delle persone.
La vita di Mattia era cambiata nel 2014, all'improvviso, con una polmonite. Erano subentrate difficoltà respiratorie gravi, che avevano richiesto il trasferimento dall'ospedale Santa Chiara di Trento alla terapia intensiva a Padova. Sembrava che la situazione fosse tornata alla normalità, ma nel febbraio 2015 vi fu una ricaduta. Problemi di deglutizione e di respirazione, che inizialmente potevano essere gestiti con apposite macchinette, sono andati via via peggiorando. Numerosi i ricoveri fra Trento, Padova e Rovereto.
Eppure Mattia era riuscito a terminare la scuola media e, quando sembrava che non ci fossero più speranze, si era ripreso, da guerriero quale era.
Tantissimi i messaggi di affetto su Facebook: «Ciao grande guerriero, veglia da lassù i tuoi cari e dai loro la forza che avevi tu»; «Mattia, brilla lassù come hai sempre brillato quaggiù».