Tenna, tornano i vigneti sul lago (grazie ad un giovane cantiniere coraggioso) – VIDEO INTERVISTA
Michele Sartori ha aperto la sua cantina, debutto col botto per il Trentodoc, poi un Pinot Nero che invecchia senza fretta: parla il giovane enologo che recupera le vigne antiche e rimette a posto i terrazzamenti
TENNA. Lo stemma del Comune di Tenna (ameno borgo a cavallo fra i laghi di Levico e Caldonazzo) raffigura un grappolo d’uva, ma da oltre trent’anni a Tenna non c’erano più cantine vinicole. E anche le vecchie vigne storiche, sulle ripide rive che danno verso Caldonazzo, erano in completo abbandono. Praticamente scomparse.
Ma c’è una bella novità: l’apertura della cantina vinicola di Michele Sartori, giovane enologo, che dopo esperienze importanti per produttori trentini ha varato la sua etichetta. Ma soprattutto ha sistemato metri e metri di terrazzamenti, impiantando vigne o innestando quelle antiche.
Il risultato? Per ora due vini: un Trentodoc extra brut davvero notevole. Ed un Pinot Nero che in bottiglia attende da tre anni la prova del nove. Un debutto un po’ in sordina: «Per ora, poche bottiglie con le quali partecipo a degustazioni e serate di promozione. Ma alcuni compratori sono venuti in cantina a trovarmi».
Il fatto è che poche settimane fa un sommelier ed un enologo hanno inserito la bottiglia di Sartori in una degustazione «alla cieca» per un ristretto numero di esperti trentini. E il suo Trentodoc è risultato il migliore della serata.
Sartori non si monta la testa, e va avanti a testa bassa: «Ho puntato sulla base spumante, ricordo che proprio qui sul colle di Tenna un certo signor Giulio Ferrari fece i suoi primi esperimenti».
Quindi Pinot nero, ma anche Riesling: «Nei terreni ho trovato vigne storiche di Riesling, qui in zona era tradizione. Quindi i nuovi vigneti sono equamente divisi fra i due vitigni».
I terreni sono di proprietà della famiglia, o acquistati dai contadini che non li coltivavano più. «Un gran lavoro per restaurare i muretti; la pendenza del terreno è un problema, e le bombe d’acqua che ormai sono la normalità fanno spesso franare i terrazzamenti».
Ma se passando lungo il lago fra Pergine e Levico, oggi vedete nuovi filari in bell’ordine, sappiate che è merito suo. E il risultato è davvero incoraggiante.