Pedibus, dopo quattro anni il Comune tenta di riattivare il servizio per i bambini
Oggi, 5 ottobre, nel grande centro dell'alta Valsugana saliranno in municipio i rappresentanti di tutti i gruppi alpini: l'obiettivo è coinvolgere i volontari e rilanciare l'accompagnamento degli alunni in tutte le aree del territorio, per consentire ai piccoli di andare a scuola a piedi in sicurezza
PERGINE. Oggi, 5 ottobre, alle 18 in sala consiliare al municipio di Pergine sono convocati i capigruppo di tutti i gruppi alpini del comune di Pergine (Castagnè San Vito, Costasavina, Pergine, Roncogno, Serso, Susà, Viarago) per provare a rilanciare il progetto del “pedibus”, che manca dal 2018.
Nel 2019 si era fatto un tentativo estremo di rilancio del servizio, convocando un’apposita riunione per cercare disponibilità direttamente nelle famiglie dei bambini che frequentano le scuole della città, senza tuttavia mai più ripartire a causa della scarsa adesione (solo 2 persone avevano aderito). Poi con la pandemia tutto è stato accantonato.
Ora, coinvolgendo direttamente gli alpini (sulla scorta di quanto accade in Comuni vicini, come ad esempio sull’Altopiano della Vigolana), il Comune di Pergine vuole tentare questa strada per rilanciare il servizio: la lettera, recapitata per l’appunto ai sette capigruppo delle penne nere del territorio comunale, porta la firma dell’assessore Elisa Bortolamedi, delegata anche all’istruzione, e della vicesindaco Daniela Casagrande. Il “pedibus” è quel servizio rivolto a tutti i bambini frequentanti le scuole cittadine e che, residenti sotto al chilometro e quindi non potendo usufruire del trasporto scolastico, possono recarsi a piedi all’istituto sotto la sorveglianza, sia in marcia che agli attraversamenti pedonali, di adulti.
Si tratta di un impegno sia al mattino che al pomeriggio, in concomitanza dell’entrata ed uscita da scuola, che tuttavia in quanto servizio offerto alle famiglie va anche garantito tutto l’anno scolastico. Negli ultimi anni, il “pedibus” era stato realizzato grazie alla partecipazione dei due istituti comprensivi della città ad un bando della Provincia di Trento per “la realizzazione di iniziative/progetti/interventi di promozione dello sviluppo sostenibile dell’ambiente rivolto agli istituti comprensivi di scuola primaria e secondaria di primo grado provinciali e paritari”; a giugno 2017 inoltre era stata approvata una convenzione con il comune di Pergine, che compartecipava alle spese con l’erogazione di un finanziamento per ogni anno scolastico, mentre la gestione e l’organizzazione dell’iniziativa era a carico dell’amministrazione dell’Istituto comprensivo Pergine 1, così come il reclutamento del personale necessario sia per accompagnare il “pedibus” che per sorvegliare gli attraversamenti stradali più pericolosi.
Questo personale è stato reclutato attingendo innanzitutto dalle graduatorie per “sorveglianti scolastici” messe a disposizione del Comune e poi dalla graduatoria definita dall’Istituto. Una volta però che il bando si è esaurito, il Comune ha dovuto fare i conti con una normativa assai diversa: non è più possibile infatti pensare a contratti di lavoro occasionale, voucher o altri sistemi per retribuire accompagnatori e sorveglianti. Ora si chiede la collaborazione agli alpini, per verificare quante forze sarebbero disponibili a rimettere in piedi il servizio del “pedibus” e quello di sorveglianza degli attraversamenti pedonali.
Di recente si era tornati a discutere del tema in quanto, provocatoriamente, era stata resa nota una lettera di una bambina diretta al sindaco, chiedendo più controlli agli attraversamenti pedonali in quanto (purtroppo) non sempre gli automobilisti rispettano il codice della strada: ne era seguito un lungo ed articolato dibattito, tutto social ovviamente. Chissà se avrà contribuito in parte a smuovere qualcosa.