Allarme a Pergine, sventata la truffa dello specchietto. Come fare per difendersi
Identificato dai carabinieri il malvivente. Nell'ambito delle truffe un altro allarme arriva dalla val di Non e riguarda le telefonate di finte banche e di finti uffici postali
PERGINE. La trappola è scattata in pieno giorno, attorno alle 12, e nella zona centrale di Pergine, in viale Venezia all'altezza dell'albergo Turismo. Un automobilista ha avvertito un forte colpo sulla fiancata destra e, dopo aver percorso alcune centinaia di metri ed aver parcheggiato, è stato raggiunto da uno sconosciuto che pretendeva un risarcimento. Il motivo? Sosteneva che la fiancata della sua vettura era distrutta a causa dello scontro avvenuto poco prima. Tutto falso: non c'era stato alcun incidente, neppure una "strisciata" causata forse dalla disattenzione.
Era una truffa. Infatti è bastato che l'automobilista accusato del danno prendesse in mano il cellulare per chiamare i carabinieri per far scappare via il malintenzionato.Il raggiro, segnalato nei giorni scorsi a Pergine Valsugana e conosciuto come la "truffa dello specchietto", mira ad ottenere un risarcimento immediato, dunque soldi in contanti e subito, per un incidente inventato. Per fingere lo scontro, il malintenzionato lancia palline di plastica o sassolini sulla fiancata dell'auto della vittima, in modo da fare un rumore percettibile. Poi, mostrando lo specchietto della propria vettura rotto o la fiancata segnata, chiede in maniera brusca un risarcimento in contanti con la scusa di evitare la burocrazia e la denuncia all'assicurazione.
Per difendersi dall'aggressività del truffatore a volte basta poco, ad esempio dire di non avere con sé né il portafoglio né il bancomat, oppure chiamare i carabinieri o la polizia locale per risolvere la questione. Di fronte alla possibilità dell'arrivo di una pattuglia, il malintenzionato se ne va in fretta. Anche nell'episodio di Pergine il truffatore è subito risalito in auto e si è allontanato credendo di far perdere le proprie tracce. Ma i carabinieri di Pergine sono riusciti ad identificarlo grazie alle telecamere del Comune e alla descrizione fornita dalla vittima: è un italiano che vive fuori regione, noto alle forze dell'ordine per aver colpito in passato in diverse zone del centro-nord Italia.
Nell'ambito delle truffe un altro allarme arriva dalla val di Non e riguarda le telefonate di finte banche e di finti uffici postali. «Buongiorno, la sua carta di prelievo è in scadenza e abbiamo bisogno del codice pin per rinnovarla»: è iniziata così la chiamata-truffa che ha tratto in inganno una donna di Predaia. Dall'altra parte della cornetta, infatti, non c'era l'ufficio postale, ma qualcuno che in un attimo è riuscito a sottrarle un bel gruzzoletto. Il comandante dei carabinieri di Predaia Alberto Cicolini ha prontamente diffuso un avviso per segnalare alla popolazione la necessità di tenere alta l'attenzione. Le modalità della truffa, infatti, sono nuove e, purtroppo, possono rivelarsi efficaci.
«Per cercare di guadagnare la fiducia della vittima - viene evidenziato dal comandante - i truffatori riescono ad effettuare chiamate utilizzando un numero camuffato e del tutto identico al numero reale dell'ufficio postale o della banca conosciuta dalla vittima. Ma le banche e gli uffici postali sono già in possesso dei dati e non richiederanno mai informazioni sensibili via telefono o via internet come codici pin, residenza, numero della carta d'identità. Mai fidarsi del numero di telefono, talvolta conosciuto, dal quale si riceve una chiamata».