La toccante testimonianza di Fabrizia Bort: «Gli angeli di Villa Rosa, sono viva grazie a loro»
Nel maggio 2023 la terribile diagnosi: endocardite batterica. I mesi in coma e la ripartenza. La storia della consigliera comunale di Civezzano: "Mi sento una persona fortunata. Ho visto delle cose terribili, sono stata vicina alla morte, ma ho trovato sul mio cammino delle persone speciali"
CIVEZZANO. Dopo quarant'anni di lavoro in farmacia, Fabrizia Bort e il marito Paolo Betti erano pronti per godersi la vita da pensionati, tra giornate spensierate e viaggi al mare. Ma tutto ad un tratto la luce si spegne, tutto diventa buio e la donna sprofonda in un abisso. L'inganno ha un nome: endocardite batterica. Malattia subdola, che arriva senza alcun preavviso. Il batterio colpisce il cuore, produce muschio, funghi e altre porcherie che si annidano in ogni angolo del corpo, arrivando a procurare emorragie cerebrali e arresti cardiaci alle persone affette.
Una malattia abbastanza rara: in Trentino nel 2023 ci sono stati una manciata di casi, tutti purtroppo finiti nel peggiore dei modi. Tutti, tranne uno. Fabrizia Bort si sente una miracolata. Ha visto la morte in faccia, è scesa all'inferno, ma di lasciare questo mondo proprio non ne voleva sapere. Le cure sono cominciate in tempo per salvarla. Ora un bastone la aiuta a camminare, vive la sua vita e il 2024 è stato per lei l'anno della ripartenza.
Tutto comincia nel maggio 2023. Due mesi e mezzo in coma all'Ospedale Santa Chiara di Trento, poi il trasferimento all'ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana. Dove Fabrizia ha trovato tanti angeli che le hanno salvato la vita. Usa più volte questo sostantivo, la donna di 69 anni, per descrivere i medici, gli infermieri, i fisioterapisti che si sono presi cura di lei in quei mesi terribili.
Mentre parla con noi si emoziona spesso. Le parole non escono facili: sono gli strascichi di una malattia - da cui è guarita - che sta lasciando traccia nella sua comunicazione. Prezioso in questi mesi è stato l'aiuto della logopedista Elena Zanon, con studi a Predazzo e Trento.
«È stupenda - dice Fabrizia - prima non dicevo una parola, lei è riuscita a farmi parlare. Ora dentro di me le parole le sento perfette, ma quando le faccio uscire tutto diventa più difficile. Quando mi sono svegliata, a parte il dolore e l'angoscia, la cosa che ho visto andare via è la parola».
Fabrizia Bort è una scrittrice per hobby. Una passione che le ha regalato diversi premi. «Mi è sempre piaciuto scrivere, prendevo la penna e riversavo sulla carta fiumi di parole».
È anche consigliera comunale di Civezzano: eletta alle ultime elezioni nel 2020, è stata la più votata di tutti i candidati in lista, ottenendo ben 212 preferenze. Chiaro segno, questo, di quanto sia apprezzata in paese. Lo scorso ottobre è tornata a sedersi tra i banchi della minoranza emozionando il consiglio comunale. «È un ruolo che a me piace tantissimo, però so bene che dovrò abbandonarlo alla fine di questo mandato. Al momento non potrò proseguire nel mio impegno, più avanti chissà».
L'esperienza a Villa Rosa è stata scioccante. «Pur avendo lavorato tanti anni in farmacia, dove sono venuta a contatto con situazioni difficili, non ho mai visto tanto dolore e disperazione come a Villa Rosa. Quando ho aperto la porta mi sono chiesta: "E adesso cosa faccio?". Non ero più capace né di camminare né di parlare. Sono arrivati gli angeli a salvarmi. Ora vado spesso a trovarli e quando li vedo sono molto felice. Mi sento una persona fortunata: ho visto delle cose terribili, sono stata vicina alla morte, ma ho trovato sul mio cammino delle persone speciali che mi hanno continuato a regalare quel dono chiamato vita. Spero che anche altri potranno avere questa fortuna».