Niente stipendio e un milione di debiti
Una arcense con tre figli pignorata da Equitalia. - Della vicenda della madre arcense d'Oltresarca si è già interessato l'assessorato alle politiche sociali della Comunità di Valle, intervenuto nei giorni scorsi a copertura delle spese condominiali che la donna non era più in grado di saldare.
ARCO - Vive nell'Oltresarca, da sola, con tre figli sulle spalle, con l'affitto Itea da pagare e il riscaldamento da saldare. Uno stipendio normalissimo, anzi neppure quello. Ce ne sarebbe già abbastanza per raccontare la storia di una famiglia in difficoltà, ma fin qui non sarebbe diversa da quella che ci racconterebbero molte altre madri, in questi tempi non facili.
Se questa storia diventa particolare è perché ci sono altri "ingredienti" spiacevolissimi per la madre arcense. Prima di tutto un milione di euro di debiti verso Equitalia, maturato per il fallimento dell'azienda edile di cui la donna era socia con il marito. Il matrimonio è finito come l'attività imprenditoriale, ma sono rimasti i debiti verso l'Erario, divenuti pesanti come un macigno con interessi di mora e sanzioni. Non basta ancora. A rendere unica (almeno fino a nuove segnalazioni) la condizione di questa madre arcense è il pignoramento del quinto dello stipendio al quale si è aggiunto di recente il sequestro del conto corrente della donna, con la parte rimanente dello stipendio che scompare appena accreditata, prelevata - così ci è stato riferito - da Equitalia a progressiva (e lentissima) estinzione del debito.
Ora il quadro è più comprensibile. Lo è meno come si possano mantenere tre figli e una casa adeguata ad una famiglia di quattro persone senza uno stipendio. Gli effetti pratici di questa difficile situazione si sono già visti: la donna non ha potuto pagare le spese condominiali, per le quali è intervenuto l'assessorato alle politiche sociali della Comunità di valle, e ha rischiato lo sfratto dalla casa Itea occupata. Casa, peraltro, con qualche serio problema di umidità e vivibilità.
Insomma, peggio di così è quasi impossibile. L'interessata ha cercato e ottenuto un contatto con gli uffici di Equitalia, per spiegare la sua situazione. Non contesta in alcun modo l'ammontare del debito, anche se non se ne sente in realtà molto responsabile, ma se la legge la chiama a risponderne in questo modo c'è poco da discutere. «Se devo pagare pago, capisco il pignoramento del quinto dello stipendio, ma se me lo tolgono tutto come faccio a dar da mangiare, a studiare e riscaldare tre figli che vivono con me?» è l'interrogativo, comprensibile, della donna arcense.
Il caso, che merita un approfondimento tanto appare inusuale la norma che di fatto non lascia alla donna neppure di che vivere, approda anche in consiglio provinciale nei prossimi giorni.