Fontana crollata, indagini della polizia
Nelle prossime ore non è escluso che gli inquirenti, su mandato del pubblico ministero, ascoltino i responsabili della ditta di Meano che tra il 2001 e il 2002 realizzò la copia della fontana (l'originale di epoca romana è custodito nelle sale del Museo in Rocca). Anche per capire se in questi dieci e passa anni sono stati richiesti interventi di controllo e manutenzione del manufatto, al di là di quelli effettuati dal personale tecnico del Comune
RIVA - Due anni or sono, ma la cosa si sarebbe ripetuta anche recentemente, nella copia della fontana romana di piazzetta Craffonara «esplosa» l'altro pomeriggio - col rischio di causare una tragedia - si sarebbero evidenziate alcune crepe, sistemate momentaneamente con dei pezzi di fil di ferro. Il fatto è avvenuto due anni or sono, verso la fine dell'estate, più specificatamente in occasione della tradizionale «Notte di Fiaba», evento durante il quale la scenografia di piazzetta Craffonara diventa di fatto un set teatrale per piccoli spettacoli dedicati proprio ai bambini.
Il filo di ferro in questione, accorgimento momentaneo ma non ottimale secondo numerosi diversi tecnici del settore, era tra l'altro ben visibile l'altro pomeriggio subito dopo il crollo della fontana in pietra-resina del peso di due quintali e mezzo che ha causato il ferimento di quattro bambini della seconda elementare della scuola di S. Alessandro.
E il personale della Polizia Scientifica di Stato lo ha fotografato nei minimi dettagli per raccogliere ogni elemento utile alle indagini da trasmettere nelle prossime ore al sostituto procuratore della Repubblica di Rovereto Valerio Davico. Il pubblico ministero roveretano sta attendendo gli atti prima di aprire ufficialmente un fascicolo d'indagine e affidare eventualmente una perizia tecnica su quel che resta della fontana. Nel fasciolo ci entrerà anche la determina dell'ufficio comunale con la quale tra il 2000 e il 2001 è stato conferito alla ditta «Gino Moletta» di Meano di Trento l'incarico di realizzare la copia della fontana romana da collocare in piazzetta Craffonara, a fronte di una spesa, allora, di circa 10 mila euro. Una determina peraltro, come ricordava ieri l'ex assessore alla cultura Luigi Marino, predisposta dagli uffici sotto l'ediga dell'assessorato ai lavori pubblici, all'epoca retto dall'ex vicesindaco Pietro Matteotti. Che poi in tempi successivi, e anche durante la legislatura retta dal fratello Paolo, si scagliò pubblicamente e in consiglio comunale, contro il colore di quella fontana.
Nelle prossime ore non è escluso nemmeno che gli inquirenti, su mandato del pubblico ministero, ascoltino i responsabili della ditta di Meano che tra il 2001 e il 2002 realizzò la copia della fontana (l'originale di epoca romana è custodito nelle sale del Museo in Rocca). Anche per capire se in questi dieci e passa anni sono stati richiesti interventi di controllo e manutenzione del manufatto, al di là di quelli effettuati dal personale tecnico del Comune.
Al momento di certo c'è che gli accertamenti non si risolveranno in pochi giorni e che allo stato attuale nessuno dei genitori dei bambini feriti ha sporto querela seppur contro ignoti. Le condizioni fisiche dei piccoli e sfortunati protagonisti sono in miglioramento. Solo una bambina è ancora ricoverata nel reparto di chirurgia pediatrica dell'ospedale di Trento dopo essere stata sottoposta nella serata di giovedì ad un intervento chirurgico per ridurre la frattura scomposta a tibia e perone. Tutti gli altri piccoli hanno potuto fare ritorno a casa già poche ore dopo il fatto. Lo schianto della fontana è avvenuto poco prima delle 16 di giovedì pomeriggio. La scolaresca di S.Alessandro stava completando un'escursione didattica dedicata proprio alla scoperta delle fontane della città di Riva, assieme a tre maestre della scuola. Poteva essere una tragedia. Per fortuna, col senno di poi, è andata anche bene.