Addio al Pub Lochness: chiude dopo 11 anni

Negli anni è diventato un simbolo. Ma anche una specie di ultimo baluardo. Per tantissimi giovani rivani - e vuol dire dai  teenagers  ai quarantenni di oggi - il pub «Lochness» è stato il punto di riferimento, l'oasi nel deserto serale. Senza nulla togliere ad altri locali notturni della città, va riconosciuto al pub di viale Dante la capacità di rompere la monotonia di certe notti con un calendario di eventi live che ne ha caratterizzato l'esistenza fin dai suoi primi appuntamenti. Con un annuncio di poche righe pubblicato ieri sulla pagina Facebook del locale, il titolare annuncia la resa

di Davide Pivetti

lochness pub rivaNegli anni è diventato un simbolo. Ma anche una specie di ultimo baluardo. Per tantissimi giovani rivani - e vuol dire dai  teenagers  ai quarantenni di oggi - il pub «Lochness» è stato il punto di riferimento, l'oasi nel deserto serale. Senza nulla togliere ad altri locali notturni della città, va riconosciuto al pub di viale Dante la capacità di rompere la monotonia di certe notti con un calendario di eventi live che ne ha caratterizzato l'esistenza fin dai suoi primi appuntamenti.
Con un annuncio di poche righe pubblicato ieri sulla pagina Facebook del locale, il titolare annuncia la resa: «Da 11 anni il Lochness ha cercato di essere il punto di riferimento della musica a trecentosessanta gradi, e di dare alla gente l'occasione e lo spazio per esprimersi, divertirsi e socializzare, in un ambiente senza troppe pretese.
Durante questo cammino tutte le nostre passioni e le nostre velleità propositive hanno man mano trovato un terreno sempre meno fertile per essere coltivato e siamo, purtroppo, arrivati a un punto di non ritorno.
A seguito di continue pressioni a livello socio-burocratico siamo arrivati alla conclusione che ci è impossibile lavorare con la tranquillità che ci contraddistingueva. Lunedì è la nostra ultima serata. Grazie a tutti».
C'è anche un  post scriptum : «Senza dilungarci troppo speriamo che, alla fine, i ricordi che avete del Lochness vi abbiano lasciato qualcosa di positivo».
E di ricordi il locale rivano ne lascia tanti. Come dimostra la raffica di commenti che in poche ore hanno accompagnato la notizia: sorpresa, delusione, qua e là anche rabbia, ma soprattutto rassegnazione.
Il "Lochness" già in passato era stato indicato, dalle associazioni giovanili e anche in contesti istituzionali, come il modello di intrattenimento che i giovani vorrebbero per la città. Un modello del quale sentono il bisogno di fronte ad una realtà altrimenti a misura di residente o tuttalpiù di turista tedesco attempato. Già negli anni scorsi, a più riprese, il locale era stato nel mirino di chi antepone il silenzio, la quiete pubblica (intesa però in modo forse un po' eccessivo) alle occasioni di svago, ritrovo e anche socializzazione dei giovani. Ogni volta, però, il "Lochness" era sopravvissuto, forte proprio dell'attaccamento del suo vasto pubblico. Ora questa scelta. Nell'aria già da qualche mese si vociferava di una possibile chiusura, ma l'annuncio online di ieri rappresenta un vero choc per i molti  aficionados : «Immensa tristezza quando vieni a conoscenza di certe notizie - scrive ad esempio Stefano - che ti fanno capire che da lunedì la città perderà una parte che ha fatto tanto per tutti noi... Avevo 15 anni la prima volta che sono entrato, sono diventato grande quel giorno. Sei stato il mio rifugio in ogni momento bello o brutto. Dispiace che i nostri figli non potranno vedere il posto dove siamo cresciuti».
 Degrado in centro storico e lavori fermai in piazzetta S.Rocco. Questo nell'interrogazione inviata da Francescomaria Bacchin, consigliere della Lega, al sindaco Adalberto Mosaner: «Il centro storico dovrebbe essere il salotto buono della città - scrive - ma l'incuria (cartacce, graffiti sui muri, fino ai palazzi cadenti) pregiudica l'immagine del territorio.
Quattro anni fa è stata scavata una grande buca in piazzetta San Rocco. Sono stati trovati reperti storici e le Belle arti hanno posto sotto tutela il sito. Tutela che è diventata un "sequestro", bloccando i lavori e lasciando il cantiere a cielo aperto. Su richiesta dei residenti il Comune ha "tamponato" il sito coprendo la buca con un tavolato in legno e transennando senza cartelli che indichino il pericolo. L'area resta infatti pericolosa per i bambini e in generale per la salute, vista anche la presenza di ratti. I restauri della chiesa si sono conclusi da tempo, la piazzetta resta ancora così». Bacchin conclude chiedendo al sindaco di fare pressioni su Trento perché la situazione si sblocchi al più presto.

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