Riva, l'Ordine dei medici cancella Stampini «Primario e chirurgo senza avere la laurea»

Andrea Stampini, per anni responsabile del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ex ospedale di Riva del Garda, non è mai stato medico. A Bologna non ha mai conseguito la laurea

di Paolo Liserre

Andrea Stampini, per anni responsabile del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ex ospedale di Riva del Garda, non è mai stato medico. A Bologna non ha mai conseguito la laurea, e quindi l’Ordine dei medici di Ferrara lo ha cancellato dall’elenco. 

[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"587546","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]A comunicarlo è un documento ufficiale, datato 30 settembre 2015, che ha fatto il «giro» d’Italia, recapitato con raccomandata anche al Ministero della Salute, a quello della Giustizia e non ultimo all’assessorato alla salute e alla solidarietà della Provincia di Trento. Per comunicare formalmente che il dottor Andrea Stampini, già condannato in sede civile e al centro di altre inchieste giudiziarie, è stato cancellato dall’albo dei medici dell’Ordine di Ferrara «non sussistendo ad origine i requisiti previsti dalla legge per l’iscrizione all’albo professionale». Gli accertamenti svolti hanno portato ad appurare, che Andrea Stampini non ha mai conseguito la laurea e l’abilitazione in medicina e chirurgia, a dispetto di quanto da lui stesso affermato attraverso documenti ufficiali prodotti nel momento in cui (era l’ottobre 1978) ha presentato formale domanda d’iscrizione all’albo dell’Ordine della città estense, dove peraltro Stampini è nato.

La comunicazione ufficiale dell’Ordine di Ferrara è stata trasmessa da settimane anche all’Azienda sanitaria provinciale, oltre che all’Ordine di Trento, all’assessorato provinciale e, ovviamente, al diretto interessato e al suo legale di fiducia (l’avvocato David Zanforlini di Ferrara). La comunicazione firmata dal presidente Bruno Di Lascio ripercorre l’iter avviato nel luglio scorso e conclusosi il 29 settembre con la delibera dell’Ordine che sancisce la cancellazione di Stampini dall’Albo dei medici «stante l’insussistenza del valore legale della tesi di laurea ai fini dei requisiti previsti dalla legge per l’iscrizione all’albo».

Tutto, si potrebbe quasi dire, comincia per caso. Il 9 luglio i carabinieri del Nas di Bologna si presentano alla segreteria dell’Ordine per acquisire copia dei certificati di laurea e abilitazione depositati trentasette anni prima dall’ex primario facente funzioni all’ospedale di Riva. L’Ordine drizza le antenne e di sua spontanea volontà, lo stesso giorno, richiede all’università di Bologna conferma di data, luogo e voto finale della laurea oltre che dell’esame di abilitazione, così come dichiarato dallo stesso professionista estense. Bologna risponde il 23 luglio: l’ufficio esami di Stato dell’ateneo comunica che Andrea Stampini non risulta essersi mai abilitato «in quanto il certificato di abilitazione presentato non risulta essere stato mai rilasciato». Il 28 luglio scorso viene decretata «la sospensione immediata di Stampini dall’esercizio della professione di medico». Il ginecologo estense ha tempo fino al 21 agosto per presentare le sue controdeduzioni ed eventuali «atti giustificativi» ma nonostante i solleciti e tre richieste di proroga dei termini presentate dal suo legale di fiducia, alla fine di settembre all’Ordine di Ferrara non arriva ancora nulla.

Alla fine di luglio però la segreteria della facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Bologna fa sapere ufficialmente che Stampini risulta immatricolato al corso di laurea di medicina e chirurgia dell’ateneo di Ferrara nell’anno accademico 1969/’70 «dal quale - si legge testualmente agli atti - si trasferì al corso di laurea in medicina e chirurgia dell’università di Bologna nell’anno 1974/’75 dove venne iscritto per il sesto anno di corso. Dal momento dell’iscrizione presso codesto ateneo non sostenne alcun esame ed è stato pertanto dichiarato decaduto dagli studi il 31 marzo 1984». L’11 settembre scorso tornano a farsi vivi i carabinieri, questa volta dei Nas di Treviso, che danno esecuzione al decreto di sequestro emesso pochi giorni prima dalla Procura della Repubblica di Venezia. Dieci giorni più tardi il legale di fiducia di Stampini inoltra la terza richiesta di proroga in attesa che venga soddisfatta la domanda presentata all’università di Bologna «finalizzata all’ottenimento di copia della tesi di laurea».


 

La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un ulteriore fascicolo d’inchiesta a carico di Andrea Stampini per «esercizio abusivo della professione».
L’ammissione arriva dallo stesso legale di fiducia del professionista estense, l’avvocato David Zanforlini, il quale, come lui stesso ci ha comunicato, proprio nella mattinata di ieri ha formalizzato una richiesta di accesso all’Università di Bologna per recuperare in toto il fascicolo di studi dell’ex primario facente funzioni a Riva del Garda. «Il problema - ammette il legale estense - è che sembrerebbe che Stampini non abbia affrontato l’esame di abilitazione. Purtroppo tutta la documentazione di allora è cartacea e non è semplice trovare i documenti».
Ma nella nota dell’Università di Bologna che risulta agli atti dell’Ordine dei Medici di Ferrara si afferma che il suo assistito da quando si è iscritto all’ateneo felsineo non sostenne alcun esame ed è stato dichiarato decaduto dagli studi alla fine di marzo 1984...
«Quella comunicazione l’ho vista contenuta nel provvedimento dell’Ordine di Ferrara ma non l’ho mai vista. Mentre ho visto una comunicazione, contenuta nel fascicolo del pm, in cui la stessa università afferma che lui non ha sostenuto l’esame di abilitazione, non che non si sia laureato. Dopodiché può anche darsi che non si sia laureato. Il problema, ripeto, è che parliamo di materiale cartaceo datato nel tempo».
Ma Stampini cosa dice?
«Lui afferma di essersi laureato e anche di aver sostenuto l’esame di abilitazione. Ma il problema è che di questo esame l’Università di Bologna non ne conferma l’esistenza. Tra l’altro la Procura non ha mai fatto questa ricerca del fascicolo del dottor Stampini e l’Ordine dei medici non richiede un riscontro diretto. Può anche essere che qualcuno non si sia laureato. Ma mi sembra un’indagine un po’ monca».
Rispetto a questo provvedimento dell’Ordine la reazione del suo assistito qual è stata?
«Gli è caduta una trave in testa. Purtroppo c’è un altro particolare».
Ovvero?
«Non ha mai ritirato la pergamena della laurea. Cosa che può accadere soprattutto con chi lavora in strutture pubbliche. Ci si può dimenticare».
E Stampini se n’è dimenticato?
«Esatto. Ma guardi che tanti medici che lavorano in struttura pubblica se ne dimenticano».
L’inchiesta nel frattempo va avanti ma il provvedimento dell’Ordine dei medici di Ferrara è ufficiale. Quasi trent’anni or sono il nome di Andrea Stampimi è ricorso sovente nella cronaca locale. Il caso più eclatante è stato sicuramente quello del 18 agosto 1987, caso che coinvolse una coppia di Riva del Garda e che in sede civile si concluse tredici anni dopo con la sentenza della Cassazione e la condanna al risarcimento danni di oltre 2 miliardi di lire di allora. Nella successiva sentenza della Corte dei Conti di Trento, che nel 2005 condannò Stampini a rifondere all’Azienda sanitaria quasi 165 mila euro, i giudici sottolineavano «l’ingiustificata ed abnorme dilatazione dei tempi occorsi per far nascere il piccolo, tempi imputabili esclusivamente - affermarono sempre i giudici - al comportamento gravemente negligente, imperito e imprudente del dottor Andrea Stampini il quale, se avesse avuto la dovuta attenzione e diligenza professionale - secondo le comuni cognizioni della scienza medica - avrebbe non solo dovuto prevedere ma soprattutto prevenire l’evento dannoso». Sempre i giudici, e sempre in riferimento a questo caso, i giudici parlarono di «un atteggiamento in parte attendista e in parte dilatorio».


 

Un parto difficile il giorno di Santo Stefano del 2014 provoca danni gravi a un neonato nato all’ospedale di Dolo: e così i genitori si appellano al Tribunale del Malato e denunciano il ginecologo Andrea Stampini e l’Asl 13.
È la nuova vicenda giudiziaria, la più recente, che ha investito il professionista ferrarese, per anni in servizio a Riva del Garda dove peraltro torna spesso. La Procura della Repubblica di Venezia, e nella fattispecie il sostituto procuratore Carlo Gava, hanno aperto un fascicolo d’inchiesta per verificare il fondamento delle contestazioni mosse dai genitori del piccolo, una giovane coppia di Camponogara. Secondo il racconto dei genitori il parto sarebbe stato complicato per la posizione del feto e la mamma avrebbe chiesto che gli fosse praticato il taglio cesareo. Ma, sempre secondo la coppia, il medico avrebbe deciso che il bimbo doveva nascere con parto naturale. Solo a tarda sera, allertato dai colleghi, è intervenuto il medico smontato dal turno precedente che alle 23.25 è riuscito ad estrarre il feto, vivo ma con gravi sofferenze.


 

Fu Fabio Zanetti, già sindaco di Drena e candidato anche alle ultime comunali di maggio, a conferire ad Andrea Stampini nel giugno del 1986 l’incarico di «facente funzioni» del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Riva, incarico che Stampini ricoprì sino all’ottobre 1993 quando l’ormai ex primario Marco Ioppi vinse il relativo concorso. All’epoca Zanetti, uomo di punta della Democrazia Cristiana, era presidente del Comprensorio Alto Garda e Ledro e presidente del Comitato di Gestione dell’Unità Sanitaria Locale. Zanetti ricoprì l’incarico sino al 1991 allorquando alla guida del Comprensorio gli subentrò Elio Zecchini (Dc anche lui). Proprio in merito ad un caso verificatosi a Riva e che coinvolse Stampini, in una comunicazione ufficiale Zecchini scrisse che «al termine dell’indagine la relazione prodotta da un esperto riconobbe la non censurabilità di Stampini».

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