Supertunnel «Loppio-Busa» si ri-cambia, progetto da rivedere

di Paolo Liserre

Il collegamento viario «Loppio-Busa» (se così lo si vorrà ancora chiamare quando e se le modifiche progettuali verranno apportate ufficialmente) torna al centro dell’agenda politica provinciale e locale con due novità sostanziali. Prima di tutto l’idea del «project financing» è stata definitivamente accantonata perché economicamente svantaggiosa per le finanze pubbliche considerato anche l’attuale regime dei tassi che è notevolmente mutato rispetto a quando l’idea project era stata partorita per la prima volta. La giunta provinciale ha stanziato a bilancio circa 80 milioni di euro per l’opera: una parte consistente arriverà tramite la Bei, la Banca europea degli investimenti; i restanti accendendo un’altra forma di debito. Ma alla fine la nuova arteria di collegamento tra la Busa e la zona di Loppio rimarrà totalmente in carico alla Provincia, senza il coinvolgimento dei privati.

Un lavoro assolutamente sottotraccia che va avanti da almeno tre o quattro mesi. Nelle vesti di «registi» gli assessori provinciali Mauro Gilmozzi (Upt) e Alessandro Olivi (Pd) che della questione ne hanno discusso a più riprese con gli amministratori locali, da quelli della Comunità di Valle ai sindaci altogardesani. Tutti consci che non è più possibile tergiversare o accampare scuse e nel contempo che soluzione C o C ottimizzata sono il «meno peggio» ma sicuramente non il «meglio». L’ordine di scuderia era chiaro: tacere con tutti e nessuna pubblicità alla cosa mentre gli uffici provinciali andavano avanti con la nuova progettazione.

Meno risorse per fare con le proprie forze e progetto necessariamente riveduto e corretto. Le scarne informazioni trapelate dalla fitta maglia di silenzio indossata da giunta provinciale e amministratori locali dicono comunque che verrebbe cancellato l’innesto in galleria alla fatidica curva dei rospi (il tratto più impegnativo sia dal punto di vista tecnico che finanziario) partendo in tunnel sopra Passo S. Giovanni ma salvaguardando comunque la piana del Pandino. L’uscita avverrebbe sull’attuale statale della Maza, quindi più in alto, e questo in considerazione di una minore pendenza consentirebbe di addolcire e non poco la grande curva in galleria prevista dalle ultime due soluzioni (C e C ottimizzata). L’intendimento poi è di proseguire fino al Cretaccio ma realizzando una serie di tornanti sul sedime dell’attuale discarica che verrebbe nel contempo bonificata asportando e trasferendo altrove (Bolzano?) le tonnellate di rifiuti stoccati in questi decenni.


Due anni or sono la Provincia aveva indetto un bando europeo per il collegamento tra Loppio e l’Alto Garda che prevedeva la gestione della tratta stradale esistente tra il casello autostradale di Rovereto sud e Loppio, che si estende per 19,7 chilometri, e la progettazione, costruzione e gestione della nuova tratta Loppio-Alto Garda di 8,1 chilometri, per un totale di 27,7 chilometri, il 40% dei quali in galleria. Doveva trattarsi di una vera e propria concessione trentennale, per cui il vincitore della gara avrebbe dovuto provvedere alla realizzazione dell’investimento iniziale, alla manutenzione ordinaria e straordinaria, ai rinnovi e agli altri oneri connessi. A quella gara partecipò anche un pool di imprese trentine «guidate» da Autobrennero. Acqua passata ormai.

L’ammissione è arrivata poi mercoledì mattina poco dopo le 11. Consiglio provinciale, si discute tra le altre cose l’interrogazione a risposta immediata presentata dal consiglio del Patt Luca Giuliani. E arriva la conferma che la giunta provinciale sta studiando una soluzione alternativa per il collegamento Loppio-Busa, «opera che ci siamo impegnati a fare e che faremo nei tempi previsti» ha sottolineato l’assessore Mauro Gilmozzi. La partita si riapre, sia sotto il profilo di finanziamento dell’opera che su quello progettuale, proprio come anticipato ieri da «l’Adige».

«In questo anno abbiamo lavorato anche a quest’opera - ha affermato Gilmozzi - e per quanto riguarda l’aspetto finanziario abbiamo constatato che il mutare delle condizioni generali ha fatto venir meno l’ipotesi di percorrere la strada del project financing. Stiamo mettendo a punto una proposta che potrebbe essere diversa e diversificata e appena saremo pronti la presenteremo». Anche sotto il profilo progettuale: «Stiamo verificando un’ipotesi nuova e appena sarà pronta la presenteremo alla comunità e alle amministrazioni dell’Alto Garda. Tutto questo non comporterà comunque ritardi».

Una presentazione che anche alla luce della «fuga di notizie» di queste ore potrebbe avvenire già la prossima settimana, con tutti i sindaci e gli amministratori della Comunità di Valle a rapporto da Gilmozzi e dai tecnici provinciali. L’opzione sulla quale si sta lavorando abbina due interventi: il collegamento viario vero e proprio e la bonifica della discarica della Maza per la quale la giunta provinciale ha già previsto nel prossimo bilancio uno stanziamento che oscilla tra i 16 e i 20 milioni di euro.

Ce ne vorranno circa 120  invece per realizzare la strada, con tunnel a tre corsie di fatto traslato più verso Rovereto che verso Arco. Cancellato l’innesto alla «curva dei rospi» previsto dalla soluzione «C ottimizzata», si partirà più a monte quasi in corrispondenza di Passo S. Giovanni per proseguire sempre in tunnel con sbocco sull’attuale statale della Maza sopra il primo e vecchio lotto della discarica. Da qui si proseguirà a cielo aperto sul sedime bonificato della discarica per arrivare all’innesto con la viabilità esistente in zona Cretaccio, esattamente come previsto sino ad oggi. Quest’opzione ha trovato in primis il gradimento dell’amministrazione di Nago-Torbole che aveva posto due paletti fondamentali: risolvere il problema di Passo S. Giovanni e salvaguardare la piana agricola del Pandino, uno «sfregio» ambientale che non è mai piaciuto a nessuno. Ecco perché i bene informati dicono che il sindaco e assessore della Comunità di Valle Gianni Morandi era particolarmente soddisfatto l’altro ieri al termine della riunione avuta assieme al presidente Malfer con l’assessore Gilmozzi e i tecnici provinciali.

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