«Chiamata a raccolto», successo dell'evento sull'agricoltura tradizionale
Una domenica da incorniciare per i volontari dell'associazione «La Pimpinella». La prima edizione trentina della «Chiamata a raccolto», svoltasi ieri pomeriggio sulla veranda del Casinò Municipale di Arco, è stata un successo sopra ogni più rosea aspettativa.
Centinaia di visitatori, provenienti da tutto il Trentino e dal Garda, sono giunti ieri ad Arco, complice anche il bel tempo, per il primo ritrovo regionale di scambio di sementi autoprodotti: un modo efficace e concreto per promuovere e tutelare la biodiversità agricola attraverso una pratica che fino a qualche decennio fa era pura consuetudine.
L'interessante iniziativa dell'associazione «La Pimpinella» - organizzata in collaborazione con il Comune di Arco, Gas Gos e Associazione Abilmente Dro - ha messo in mostra inoltre antiche varietà orticole e frutticole, con la possibilità di fare anche qualche assaggio guidato, riscoprendo così profumi e sapori del territorio che difficilmente si possono ritrovare tra gli scaffali delle grandi catene.
Tra gli stand più di quaranta tipologie di mele - dalla «Spitzelederer» alla «Rosa di Caldaro» passando per la classica «Rosa Mantovana» - e pere, ma anche melograni e ortaggi di vario tipo, e tutto quello che la sana agricoltura nostrana e sostenibile può offrire.
«La risposta è stata molto buona - commenta Mattia Omezzolli, membro dell'associazione che ha promosso l'iniziativa - anche perché si tratta della prima edizione, l'interesse delle persone c'è ed è stato concreto, perfino appassionato. Un riscontro vero, la gente è stata parte attiva».
Centrati quindi gli obiettivi che «La Pimpinella» si era posta: «L'importante di un'iniziativa come questa - spiega Omezzolli - è, prima di tutto, preservare e divulgare le varietà presenti sul nostro territorio. Oltre a questo c'è un importante aspetto sociale e culturale che va sottolineato, è la sostenibilità che possono avere questo genere di pratiche. C'è tutto un bagaglio di conoscenze e tradizioni che va riscoperto, un turismo veramente sostenibile dovrebbe puntare su questo tipo di eccellenze. Queste antiche varietà rappresentano la vera espressione del nostro territorio, ciò che ci distingue veramente, dobbiamo saperle valorizzare».
Parole lusinghiere anche da parte dell'amministrazione comunale: «Per il nostro territorio - commenta l'assessore alla cultura Stefano Miori - dove si parla spesso di benessere, clima e cultura dello sport all'aria aperta, anche l'agricoltura rappresenta un ambito molto importante, perciò abbiamo accolto subito la proposta che le associazioni coinvolte ci hanno fatto. Arco è il luogo perfetto dove organizzare manifestazioni di questo tipo».
L'amministrazione sta seriamente pensando a una possibile collocazione laddove poter piantare e coltivare queste antiche varietà frutticole e orticole: «È un'idea su cui stiamo ragionando - afferma Miori - e una possibile ubicazione potrebbe essere il Bosco Caproni. Tornare a quel tipo di colture si può fare grazie al lavoro dei volontari che ci mettono il loro bagaglio di passione e conoscenza e si impegnano a promuovere iniziative importanti come quella della chiamata a raccolto».