Villa Miravalle in vendita L'imprenditore Arcese se ne va
Villa Miravalle vendesi. Il cartello campeggia da qualche tempo sui transennamenti che limitano i lavori in corso, all'ingresso della proprietà del signor Arcese, patron dell'omonimo gruppo di autotrasporti.
Si pensava a una provocazione, quasi nessuno ha creduto a quel «Vendesi - per info chiamare il numero...», appeso su un complesso costato all'imprenditore cinque anni di fatiche burocratiche, progettuali ed economiche. Eppure la splendida villa di via Lomego è davvero sul mercato immobiliare.
Una persona di fiducia, vicina alla famiglia, è stata incaricata da Arcese della gestione dei contatti con potenziali acquirenti, nessuna agenzia coinvolta, trattativa riservata e referenze obbligatorie. Astenersi perditempo.
«Io ho 83 anni e sono cinque anni che ci lavoro, a questa villa - si sfoga l'imprenditore, che solo in provincia di Trento dà lavoro a oltre 700 persone - e non vedo la fine. Mi dicono tutti di avere pazienza, ma io non sarò qui per sempre e rischio di non entrare mai in questa casa».
Una grossa delusione, mista a senso di ingratitudine, e la voglia di lasciarsi alle spalle una vicenda travagliata: Arcese vende la «Miravalle» e acquista una villa in Arizona, negli Stati Uniti. In America, dove la famiglia possiede già una tenuta, si stanno ultimando le trattative: «Ci sono due posti che amo, Arco e gli Stati Uniti» confessa il self-made man.
Il cartello «Vendesi» è stato appeso, quasi fosse una bandiera bianca, per mettere fine a una diatriba lunga anni. Eleuterio Arcese chiedeva al Comune i permessi per l'accorpamento di due volumi esistenti, la possibilità di costruire un salone interrato alle spalle della villa: «Chiedevo di poter avere una casa abitabile - dice - con una sala per organizzare cene con la mia famiglia e anche con i miei collaboratori». In cambio il padrone di casa afferma che avrebbe rinunciato al diritto di edificare un garage poco oltre il cancello («Non volevo nuovi volumi»), donato 500 mila euro da destinare alla scuola materna di Arco («Per i bambini! E hanno rifiutato!»), e si sarebbe fatto carico della riqualificazione e poi della manutenzione di via Mantova e di via Lomego.
«Mi è stato detto no - spiega Arcese - nonostante avessi proposto di occuparmi della gestione della via che dal cimitero entra in Arco, così come ho già fatto qui in via Lomego: ho asfaltato io, coperto le buche, venivano i turisti in bici e rischiavano di farsi male». I lavori per Villa Miravalle hanno effettivamente contribuito all'abbellimento della strada che porta alla Rilke Promenade : asfalto, roseti, un uliveto con un centinaio di piante secolari ad abbellire il giardino. «Prima qui c'era boscaglia e stato di abbandono» ricorda l'imprenditore. «Arco è bellissima, ma mal tenuta. Io ci tengo, ma le mie offerte sono state rifiutate - continua - il Comune sta facendo il possibile, mi dicono di aspettare, ma ripeto, ho 83 anni».
L'incantevole edificio si trova nei pressi del complesso dell'«ex Argentina», e come l'odiato vicino si è attirato le contestazioni da parte delle opposizioni e dei comitati di cittadini. Indagini, sopralluoghi per abusi edilizi, attacchi polemici sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Mi dispiace, ho sempre lavorato anche per il bene di Arco» commenta con sconforto.
Finora il referente per la vendita ha avuto contatti con un paio di possibili compratori tedeschi. Il prezzo dell'immobile, ad oggi ancora da completare, resta riservatissimo. «Mi piacerebbe se la comprassero, magari acquirenti esteri, e magari riuscissero anche a completarla» augura l'attuale (ma forse ancora per poco) proprietario.