La girandola dei negozi Chi lascia e chi cambia
A Riva chiusi o in vendita anche esercizi noti Happy shop, Jack Wolfskin, Vitali e Copat
«Vendesi», «affittasi», «cedesi attività». Questi sono i cartelli che appaiono sempre più numerosi nel centro storico di Riva sulle vetrine di negozi e attività commerciali di qualsiasi tipo. Anche le vie più centrali delle cittadina lacustre sono interessate a questo fenomeno. L'elenco è lungo, ma a voler chiudere i battenti vi sono anche negozi molto conosciuti: in via Fiume il famoso «Happy shop» cambia gestione per lasciare spazio ad un'attività di ristorazione, così come marchio «Jack Wolfskin» in via Maffei chiuderà entro dicembre. In viale Dante, chiuso lo storico negozio di abbigliamento «Vitali» e nella stessa via il bar «Copat» è in vendita. Analoghe situazioni si trovano in altre zone come via Floridia, Disciplini e galleria Piemonte.
Potrebbero essere segnali di una forte crisi o l'inizio della trasformazione del centro storico rivano. L'assessore alle attività economiche Massimo Accorsi è prudente: «Se guardiamo i numeri, dal 2010 al 2016 nel comune di Riva vi sono stati degli incrementi delle attività commerciali: di 30 unità per i pubblici esercizi, di 18 per alimentari e 23 per le altre categorie. L'unico calo - continua Accorsi - è nel settore ambulante con 24 venditori in meno».
Questi dati riguardano tutto il territorio del comune rivano, compresa l'apertura del nuovo centro commerciale Blue garden. All'assessore, anch'egli presente con la sua attività nel centro storico di Riva, non è sfuggito il fenomeno: «Bisogna monitorare se i negozi chiusi riapriranno nei prossimi mesi, per fare valutazioni certe. Come amministrazione - spiega l'assessore - ci sforziamo a rendere la città un luogo appetibile per i turisti, sostenendo anche le iniziative che si tengono durante l'anno. Al giorno d'oggi, per restare in piedi, è necessario puntare tutto sulla qualità, sia del prodotto che delle competenze».
Qualità, competenze e affitti alti sono un mantra che trova d'accordo molti operatori e commercianti. Massimiliano Martinelli , presidente del consorzio Riva in centro fa la sua analisi: «Il ragionamento è complesso, vi sono vari fattori da tenere in considerazione: gli affitti alti, la concorrenza, la situazione finanziaria e commerciale e a volte, l'inesperienza di chi si lancia in attività senza un'attenta analisi e preparazione. Di questi tempi - precisa il presidente - con la concorrenza meno visibile ma spietata data dalle grandi piattaforme web (ad esempio Amazon o Zalando) è necessario trasformare il metodo del lavoro con un atteggiamento molto più professionale rispetto al passato. Per far fronte a questo momento di difficoltà è necessaria più coesione e partecipazione tra tutti i negozianti del centro, per trovare insieme delle soluzioni valide».
Altri commercianti del centro, come Marco Torboli e Gualtiero Toniolo individuano altre criticità: «Stiamo subendo il turismo, ci preoccupiamo più della quantità che della qualità del turista, questo va a influire anche sul tipo di prodotto che si va a vendere. La soluzione non è neanche quella di fare concorrenza ai cinesi, dobbiamo alzare il tiro». Parecchie problematiche sono state evideziate, sicuramente crisi o no, siamo in una fase di forti e repentini cambiamenti, che condizionano inevitabilmente il tessuto economico della zona e la società imponendo una certa resilienza.