Falso medico e primario, Stampini deve pagare
All'Azienda Sanitaria quasi 500 mila euro
Quasi mezzo milione di euro, per la precisione 483.633,80 euro, oltre la rivalutazione monetaria e le spese di giudizio che ammontano ad altri 4 mila euro. È la cifra che Andrea Stampini, l'ex primario di ostetricia e ginecologia in servizio all'ospedale di Riva del Garda dal 1985 al 1998, dovrà pagare all'Azienda Sanitaria provinciale sulla base degli stipendi percepiti al netto nel periodo in cui ha prestato servizio in Trentino prima di trasferirsi a Bassano del Grappa.
Lo ha stabilito la Corte dei Conti di Trento che nella giornata di ieri ha depositato la sentenza che di fatto accoglie le richieste del viceprocuratore Carlo Mancinelli e segna un ulteriore tappa negativa per l'ex professionista ferrarese, sotto processo a Venezia per «lesioni personali gravi» e soprattutto «esercizio abusivo della professione». Ed è proprio quest'ultima contestazione, nata in un secondo momento dopo l'apertura del fascicolo penale per i danni provocati ad un nascituro, che ha messo in moto anche la macchina della magistratura contabile e portato alla condanna di ieri. In principio la Procura presso la Corte dei Conti aveva chiesto che Stampini rifondesse all'Azienda Sanitaria l'intero importo degli stipendi percepiti dal 1985 al 1998, ovvero 788.706 euro, cifra corrispondente al lordo che comprende anche le imposte già pagate.
Nella sentenza di 19 pagine depositata ieri, sia la Procura che i giudici della Corte dei Conti di fatto «sposano» il castello accusatorio che sta alla base del processo penale aperto all'inizio di novembre a Venezia. In buona sostanza, Stampini avrebbe falsificato le carte attestando titoli che non aveva e avrebbe esercitato la professione medica senza averne diritto, percependo quindi illegitimamente quei soldi che adesso deve restituire all'Azienda Sanitaria provinciale. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici contabili sottolineano «l'ampiezza e la solidità dei riscontri effettuati dai Carabinieri» durante l'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Venezia.
I riferimenti agli accertamenti compiuti nei mesi scorsi dagli inquirenti veneti sono molteplici. Ad esempio i militari dei Nas hanno appurato, presso gli uffici dell'Università di Bologna, che la copia del certificato di laurea redatto su carta intestata dell'Università felsinea, datato 2 giugno 1978 (con l'autentica notarile di data antecedente), presentato da Stampini all'Ordine dei Medici Chirurghi di Ferrara, «non è mai stato rilasciato da tale Ateneo» e gli stessi Carabinieri «hanno scoperto che il nominativo di Stampini non è presente né nell'elenco dei laureandi in medicina e chirurgia che hanno sostenuto l'esame di laurea il 18 luglio 1977 né negli elenchi di altre date della medesima sessione di laurea».
La difesa di Stampini dal canto suo ha provato a sostenere l'ipotesi dello smarrimento della documentazione da parte degli uffici universitari anche in considerazione del fatto che «il 1977 rappresentò un periodo particolarmente burrascoso per le vicende universitarie italiane e in particolare per quella bolognese». Una tesi smontata dagli stessi inquirenti «visto che - scrivono i giudici - i Carabinieri del Nas hanno trovato gli elenchi degli altri laureati ed abilitati nel medesimo periodo in cui viene riferito il conseguimento dei titoli da parte di Stampini».