Gli ambientalisti contro No al nuovo tennis

Le associazioni ambientaliste dicono «no» al progetto della nuova sede del Circolo Tennis Riva sull’area ex Maceri, progetto peraltro già approvato nella sua fase «embrionale» e finanziato con oltre mezzo milione di euro per il primo importante steep realizzativo. Comitato Sviluppo Sostenibile, Comitato Salvaguardia Olivaia, Italia Nostra e Wwf di Trento chiedono un passo indietro all’amministrazione rivana e alla politica in generale «perché - sottolineano - se si vuole mantenere un po’ di bellezza e vivibilità bisogna fermarsi, ora, senza se e senza ma: basta con i compromessi».


In una nota congiunta diffusa ieri le quattro associazioni ambientaliste (e in questa circostanza non ci sono gli Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro) affermano che «se suolo e paesaggio non diventano la priorità, ci sarà sempre un motivo più o meno valido per sacrificarli, salvo un giorno risvegliarci e chiederci come sia stato possibile trasformare il gioiello in cui abbiamo avuto la fortuna di nascere  in una zona urbana qualunque.


Ed è per questo - osservano gli ambientalisti - che la  preoccupazione espressa da Rocco Frizzi per la sorte del terreno agricolo a S. Alessandro, per lasciare spazio ai campi da tennis di Riva, è anche la nostra preoccupazione e dovrebbe essere la preoccupazione dei nostri figli. Con tutto il rispetto verso il consiglio comunale, ci permettiamo di far valere le ragioni del suolo, che non può parlare. Il suolo, quel sottile strato fertile che ricopre parte della terra, è una risorsa scarsa, e delicata. Per formare 5 centimetri di suolo la natura impiega 1000 anni, una volta coperto, impermeabilizzato, si degrada, non è più quello. Il suolo produce cibo, contribuisce a regolare emissioni e sequestro di gas serra e altri gas, trattiene le acque piovane che vengono rilasciate pian piano alimentando le falde e quindi producendo acqua potabile, è sede di almeno un terzo della biodiversità terrestre. E del  paesaggio che ne è? Un paesaggio antropizzato, un suolo ricoperto è un ambiente difficilmente accogliente, e infatti nelle città si allevia il disagio del troppo “costruito” con i parchi».


«Giustamente - incalzano le associazioni ambientaliste - Frizzi si domanda che effetto farà la terra rossa dei campi, perché il nostro paesaggio della Busa è fatto anche per essere guardato dall’alto. Chi è nato qui dovrebbe averne cura, chi viene dalle grandi città probabilmente ne ha abbastanza di un ambiente “snaturato”. Oggi la virtù politica è la lungimiranza e preservare il suolo naturale è la sfida. Una sfida difficile perché il valore del suolo non è iscritto a bilancio, ma dovrebbe esserlo. Ci sarebbe piaciuto che in questa sfida non si scendesse a compromessi: altrimenti si troverà sempre un motivo per sacrificare il suolo o per fantasiose e fantomatiche esigenze di spesa pubblica, come il Comune di Arco con i terreni AMSA a Linfano, o per necessità di spostare il Circolo Tennis, come ora a Riva del Garda. Davvero non si poteva trovare un’area già impermeabilizzata per realizzare il Circolo Tennis? Quali saranno le altre impellenti e ineludibili esigenze e opportunità che ci faranno perdere altro suolo? E’ così che vogliamo trasformare la valle? Serve un cambiamento di mentalità per essere al passo con i tempi - concludono Comitato Sviluppo Sostenibile, Comitato Salvaguardia Olivaia, Italia Nostra e Wwf - La politica dovrebbe guardare all’assetto futuro, in tutta la vallata, e domandarsi come si vuole sia la Busa. Se ne si vuole mantenere un po’ di bellezza e vivibilità bisogna fermarsi, ora, senza se e senza ma: basta con i compromessi. Non possiamo pensare che non ci siano altre zone meno pregiate e meno ventilate da compromettere».

comments powered by Disqus