"Sulla Casa della trota serve un accordo"
Un tassello essenziale in un sistema più ampio che diventerebbe oggettivamente un «gioiello» unico nell’offerta turistica non solo del Trentino ma di tutto il Nord Italia (quantomeno). Perché alla Casa della Trota non passerebbe solo un tratto della Ciclovia del Garda; c’è il sogno, anzi il progetto di rispristinare l’antico porto, di utilizzare la vecchia mulattiera oggi sentiero per risalire la Valle del Ponale e aprire quasi all’infinito il ventaglio delle possibilità di svago e sport al turista e al residente, dalle mountain-bike all’escursionismo, dall’arrampicata al «sogno» di trasformare in via ferrata l’attuale sentiero alpinistico «Massimiliano Torti», più comunemente conosciuto come Tracciolino.
Un ragionamento di «sistema» appunto fondamentale per il futuro del territorio e che fa dire al presidente di «Garda Trentino spa» Marco Benedetti che «va trovato un accordo con la proprietà dell’ex ristorante, un accordo nel più breve tempo possibile» visto e considerato che tabella di marcia annunciata dalla Provincia fissa in 2-3 anni il completamento del tracciato da Riva al confine con la provincia di Brescia. «La situazione attuale crea qualche giustificata preoccupazione - osserva il numero uno dell’azienda turistica del Garda trentino - Bisogna trovare una soluzione e farlo al più presto perché da lì bisogna passare, non ci sono alternative». Il fatto è che ultimamente, come riferito da <+corsivo_sx>«l’Adige»<+testo_sx> nei giorni scorsi, il progetto della proprietà di recupero e riqualificazione dell’ex ristorante per trasformarlo in una residenza turistico alberghiera (c’è già la compatibilià urbanistica del Comune competente, quello di Ledro) è stato bocciato dalla Comunità di Valle e i rapporti pubblico-privati non sono idilliaci.
Benedetti non dà giudizi o appiccica pagelle di «buoni» o «cattivi» ma osserva: «Stiamo parlando di uno snodo eccezionale, non solo in funzione del passaggio della Ciclovia del Garda ma in un discorso di sistema che interessa tutta la zona salendo verso la valle del Ponale e la val di Ledro, e senza dimenticare il ripristino dell’antico Porto. Per questo mi auguro che le parti si siedano attorno a un tavolo e si confrontino tra loro, dialogando e cercando di giungere ad un accordo». La prospettiva di un esproprio per «pubblica utilità» non entusiasma affatto il presidente di Garda Trentino spa: «C’è l’interesse pubblico certo ma c’è anche quello legittimo dei privati - sottolinea - E non vedo perché penalizzare la proprietà privata. Se poi si vuole andare avanti con avvocati, carte bollate e tribunali per 10 anni e bloccare tutto...».