Arco e "Bike no stop": "Cosa frena la ciclabile?"
Tanto entusiasmo all’inizio, altrettanta preoccupazione ora per la realizzazione di quelle opere lungamente attese e ancora non fatte, in primis il tratto di ciclabile lungo il Sarca in via della Cinta.
È il comitato «Bike no stop», arcense, che dopo un lungo silenzio torna a farsi sentire: «Sembra ieri, eppure sono trascorsi già ben sette anni, da quando nel 2011 nacque il comitato con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e l’amministrazione comunale sul tema delle ciclabili, con l’obiettivo di dotare un territorio densamente popolato e ad alta vocazione turistica come quello del Basso Sarca, di una rete di ciclabili che potesse sopperire alle esigenze dei turisti e, prim’ancora, dei residenti di Riva, Torbole, Arco e Dro.
Fame di ciclabili per i residenti: la bici viene vissuta come il modo migliore per lasciare a casa l’auto, con ottime ricadute sul traffico, sull’inquinamento, sulla salute personale, sul tempo risparmiato e sul portafogli, con meno spesa per benzina e multe. Le bici elettriche poi, danno ormai la possibilità anche agli anziani di sfrecciare veloci come ventenni.
Ma anche fame di ciclabili per i turisti: il cicloturismo contribuisce fortemente a destagionalizzare l’offerta turistica locale.
Da allora è passata molta acqua sotto i (pochi) ponti sul Sarca.
Come “Comitato bike no-stop”, dopo un lungo periodo di pressione verso l’amministrazione comunale di Arco, con svariate riunioni e raccolta firme su tutto il territorio della Busa, siamo stati più che felici quando abbiamo visto iniziare i lavori per realizzare la ciclabile sull’argine del fiume Sarca, che finalmente concludeva il pezzo mancante.
Grande soddisfazione quando abbiamo visto i lavori partire, anche nei confronti di tutti quei cittadini dell’Alto Garda che ci hanno appoggiato e di cui ci sentiamo responsabili per la fiducia accordataci. Ci siamo detti: i lavori finalmente sono partiti, vedrai che oltre ad iniziare, obbligatoriamente, se ne vedrà anche la fine.
Nel frattempo siamo stati sorpassati a destra dai cugini bresciani che, in quattro e quattr’otto, hanno completato un’opera di risonanza internazionale, col loro tratto di ciclabile spettacolarmente a sbalzo sul lago.
Ora, tornando a casa nostra, dato che i lavori da un po’ di tempo sono fermi e tutto tace, qualche dubbio comincia a venirci; per cui, chiediamo pubblicamente lumi alla nostra amministrazione, in modo da chiarirci quali sono i problemi che impediscono il proseguimento dei lavori».