Il libraio antiquario di Riva che mette al tappeto Amazon
C'è molto di Riva in una «battaglia» e in una vittoria che senza enfasi si può definire «storica»: perché è la prima volta che un colosso come Amazon si deve piegare e chiedere scusa, di fronte ad una protesta che ha attraversato tutto il mondo, da oriente ad occidente, da nord a sud. A protestare è stata una categoria di commercianti, i librai antiquari. Che nel mondo sono rapprentanti dalla Ilab (International League of Antiquarian Booksellers) e hanno un vicepresidente italiano e nel nostro Paese dall'Alai, l'associazione librai antiquari italiani. E qui sta il collegamento con Riva, perché il presidente nazionale dell'Alai altro non è che Mario Giupponi, titolare dello Studio Bibliografico Benacense con attività commerciale nota a tutti nella centralissima via Disciplini, angolo porta S. Giuseppe.
La genesi della protesta è presto spiegata: AbeBooks, il sito di Amazon specializzato nella vendita di libri usati e rari, nelle settimane scorse aveva annunciato che avrebbe smesso di lavorare con le librerie antiquarie di alcuni Paesi quali Corea del Sud, Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Ungheria, peraltro senza fornire argomenti plausibili per questa decisione. Altri avrebbero pensato «beh, anch'io faccio questo lavoro ma non mi riguarda direttamente». Loro, i librai antiquari di tutto il mondo (Italia compresa), no. E il tam-tam in rete partito dall'Inghilterra ottiene i risultati sperati: in una manciata di giorni 550 librerie di 27 Paesi dicono stop e rimuovono dal sito di Amazon oltre tre milioni di libri, cosa che ovviamente al colosso dell'e-commerce non piace affatto. Tra queste librerie anche 25 italiane sulle 100 affiliate all'Alai e quella di Mario Giupponi, presidente dell'associazione, è stata l'unica in Trentino (l'altra è a Trento) a prendere parte all'iniziativa di protesta.
Risultato finale, la «vacation week» ha spaventato AbeBooks e Amazon e al quinto giorno della protesta ecco la retromarcia. Del resto, numeri alla mano, 3 milioni di libri del valore medio di 120 euro cadauno tolti dal mercato equivalgono a 30 milioni di libri «normali». E quando c'è di mezzo il «Dio soldo»... Morale: videoconferenza alle quattro del mattino ora italiana dall'altro capo del mondo coi vertici dei due siti online, tante scuse e disposizione annullata. Così Davide mette al tappeto Golia.