La fiaccolata di san Martino
Si narra che in una notte d’inverno, mentre era di ronda, San Martino incontrò un povero viandante che soffriva il freddo, e non avendo denaro da dargli, tagliò a metà il proprio mantello affinché il mendicante avesse qualcosa con cui coprirsi.
Perciò San Martino, oltre a essere il protettore dei militari, lo è anche dei pellegrini.
Da lì la festa di San Martino, una ricorrenza celebrata in tutta Italia l’11 novembre e caratterizzata da diverse usanze regionali. Da noi, a rendere ancor più unica e suggestiva la ricorrenza è il fatto che la processione organizzata dalla parrocchia nella frazione di S.Martino di Arco si svolge ogni sette anni, cioè quando l’11 novembre cade di domenica.
A completare le celebrazioni, di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi, la lanternata organizzata in collaborazione con le scuole primarie di Massone-S.Martino svoltasi martedì sera, partita proprio dalla scuola e arrivata all’oratorio della borgata.
«Per la comunità di S.Martino - spiega don Franco Torresani - la perdita di Luciana Giuliani è stata molto importante. Tuttavia, il volontariato ha fatto la sua parte e la comunità ha risposto, aggregando le forze.
La festa patronale ha rappresentato un momento importante per questa comunità, in cui abitano tante famiglie nuove e magari certe tradizioni come questa rischiano di perdersi nel tempo. Tutto quello che aiuta a fare comunità è importante, come credo lo sia stato questa processione».
Rispetto ad altre feste patronali, sottolinea don Franco, «questa è stata una celebrazione molto più semplice, dove si sono messe insieme le famiglie e i bambini con pochissimi mezzi. Anche la fiaccolata di martedì sera rientrava nel contesto di queste celebrazioni. Molto importante la testimonianza riguardante Auschwitz raccontata ai ragazzi». Un pensiero concreto va poi «all’oratorio e alla raccolta viveri per la mensa dei poveri dei frati Cappuccini». Tutto questo, sottolinea, «si è potuto organizzare grazie all’impegno dei volontari».
Domenica la processione si è svolta nonostante il maltempo. La statua del santo è uscita dalla pittoresca chiesetta sopra il paese e ha affrontato piano piano, sotto l’acqua e su discese scivolose, le vie e i vicoli del paese, seguita dalla gente della borgata, dal sindaco Alessandro Betta e dall’assessore alla cultura Stefano, e accompagnata proprio da don Franco Torresani.